Ecco l’ultimo favore del piddì ai Benetton (e ad Autostrade)
L’ultimo favore alla famiglia Benetton prima della revoca della concessione ad Autostrade, sempre ammesso che arriverà.
Entro la fine del mese Palazzo Madama approverà in modo definitivo il decreto Milleproroghe alla Legge di Bilancio e all’interno del vasto provvedimento quello della revoca delle concessioni rimane lo snodo principale, nonché questione sulla quale il Movimento 5 Stelle si gioca gli ultimi (pochi) residui di credibilità.
Dicevamo del favore ai Benetton. Spieghiamo. Criportato da Claudio Antonelli su La Verità oggi in edicola, il 13 giugno 2019 l’aula di Montecitorio – quando era in carica ancora il governo gialloverde ha approvato in via definitiva, su forte pressing della Lega, il decreto Sblocca-cantieri. Ma nel farlo, visto l’iter quanto mai burrascoso, a causa dei dissidi tra Carroccio e pentastellati, viene inserito uno stralcio del codice degli appalti approvato nel 2016 dall’allora governo Renzi.
E qui sta l’inghippo, nel testo “renziano” fa capolino l’articolo 177: “I titolari di concessioni di lavori, di servizi pubblici o di forniture [sono obbligati ad affidare una quota pari all’ 80 per cento dei contratti di lavori e forniture relativi alle concessioni mediante procedura a evidenza pubblica”. In sostanza, l’articolo obbliga le società a esternalizzare 8 lavori su 10, per dare un ulteriore impulso ai lavori di manutenzione. La cosa non passa inosservata e pur di approvare il fondamentale decreto Sblocca-cantieri, volano dell’economia, il Conte-uno (per volontà grillina) procrastina al 2020 l’entrata in vigore dell’articolo che costringe le aziende concessionarie all’outsourcing dei sub-contratti. Nella fretta, però, i 5 stelle non si sono accorti di un comma – risalente al 17 dicembre 2017, sotto il premier Gentiloni – a quello stesso articolo.
Il comma, scrive ancora La Verità, va ad accogliere un emendamento della deputata dem Cristina Bargero (ora in Italia Viva), che esenta il gruppo Benetton dall’obbligo di esternalizzare il “commesse”, oltre ad abbassare la soglia dall’80 al 60%. Un assist, quello della Bargero, raccolto e firmato da molti altri esponenti Pd come – scrive ancora Antonelli – Lorenzo Guerini, Simonetta Rubinato, Giampaolo Galli e Antonio Misiani, attuale vice-ministro dell’ Economia.
Insomma, il cavillo del Partito Democratico “salva” i Benetton e Autostrade, ma lascia nei guai le alte utility: “Secondo stime della Cgil e dell’associazione che raggruppa le multiutility, Utilitalia, l’ articolo 177 nella sua ultima formulazione farà perdere 40.000 posti di lavoro al gruppo delle società dei servizi. Perché saranno costrette a tagliare personale e affidare all’ esterno a società, le quali non è detto vadano a compensare in toto i licenziamenti diretti”, chiosa infine Antonelli.
il giornale.it