Foa, Travaglio: ‘Ha un CV rispettabile. Che a insorgere siano Pd e Fi fa ridere i polli’
Marco Travaglio commenta il caso di Marcello Foa nel suo editoriale di oggi 29 luglio, accusando Pd e Forza Italia di ipocrisia.
Il direttore del Fatto Quotidiano fa una premessa: “il governo e i partiti della maggioranza che decidono i vertici del ‘servizio pubblico’ è sempre uno spettacolo inverecondo, a prescindere da protagonisti e comparse”.
Ma ricorda che “le ultime due leggi sull’emittenza, che hanno consegnato la Rai dalle mani dei partiti direttamente a quelle del governo, portano le firme di Gasparri (FI) e di Renzi (Pd)”.
“Dunque – aggiunge – quanto stanno facendo Di Maio e Salvini non solo è consentito, ma addirittura imposto dalle norme volute da chi ora grida allo scandalo, viene proprio da sbudellarsi”.
Ciò che “lascia a desiderare” secondo Travaglio è il “pulpito” dal quale arriva la predica, ovvero da Forza Italia e dal Pd, i quali invitano la cittadinanza alla resistenza ma sono “i più volgari lottizzatori dell’ultimo quarto di secolo” e “hanno trasformato la Rai da grande azienda culturale a ufficio di collocamento per trombettieri e trombati, raccomandati e poco raccomandabili, amanti e leccaculi (fatte salve le solite eccezioni, peraltro ridotte al lumicino dalla stratificazione delle epurazioni), fa ridere i polli,” scrive il giornalista.
Quanto al curriculum di Marcello Foa, Travaglio osserva:
“è un ‘sovranista’ (qualunque cosa voglia dire), un anti-euro e un filo-Putin. Ma non è un leghista né un grillino militante e, diversamente da tanti ex presidenti e consiglieri Rai, neppure un ex-parlamentare o portaborse”.
“Ha le sue idee, anche opposte alle nostre – continua – Ma pure un curriculum rispettabile: capo degli esteri al Giornale di Montanelli, docente universitario di media, manager del gruppo stampa-tv del Corriere del Ticino, autore di saggi interessanti come Gli stregoni della notizia sulla disinformatija d’Occidente”.
Sull’accusa rivolta dal Pd e dalla stampa a Foa di aver insultato Mattarella, Travaglio spiega:
“ha espresso ‘disgusto’ per il discorso di Mattarella sul caso Savona, ma aveva il pieno diritto di farlo, essendo ancora un privato cittadino. Dissentire anche ferocemente dal capo dello Stato non è (ancora) reato”.