Auchan-Conad chiede la cassa integrazione per 6 dipendenti italiani su 10
Il gruppo Auchan-Conad annuncia misure drammatiche per i suoi lavoratori in Italia. Da Margherita Distribuzione, azienda di Conad che ha acquisito in Italia i negozi Auchan, arriva la richiesta di cassa integrazione per il 60% della forza lavoro. In particolare, 5.323 dipendenti sui 8873 nazionali distribuiti in 11 regioni. Sono Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto. È quanto riferiscono i sindacati in un comunicato.
La comunicazione del gruppo è una doccia fredda
La comunicazione, inviata ai sindacati, arriva alla vigilia dell’incontro previsto per domani a Roma per la procedura di mobilità delle sedi precedentemente aperta dall’impresa. Un confronto in programma domani, sottolinea Filcams Cgil, “che sarebbe già stato complicato sia per l’emergenza occupazionale dei lavoratori coinvolti. Sia perché è evidente che il venir meno delle sedi centrali dell’impresa palesa un rischio imminente per tutti i dipendenti della logistica e per quelli operanti nei punti vendita che non hanno ancora trovato un acquirente né dentro né fuori il mondo Conad”.
Auchan-Conad: 5322 lavoratori in cassa integrazione
La comunicazione aggrega, in un generico 60% di riduzione, i dipendenti che dovranno essere sospesi per un intervento di riduzione del costo del lavoro. Oltre a quelli che invece sappiamo che saranno sospesi per interventi di riduzione della superficie degli ipermercati e quindi in un ambito di riorganizzazione”. Tra i punti vendita citati di Auchan-Conad, “ce ne sono alcuni che sono già stati oggetto di passaggio alla rete Conad e non si comprende la competenza che abbia Margherita nell’attivare la cassa; di contro ne mancano altri che in precedenti incontri, fatti sia a livello nazionale che territoriale, risultava potessero avere criticità.
Il governo è latitante in una crisi drammatica
Ancora una volta da parte dell’impresa una comunicazione approssimativa su cui la Filcams esigerà chiarezza”. Filcams Cgil ritiene indispensabile “riprendere la trattativa su un accordo quadro di gestione della vertenza. Misura che l’impresa ha di fatto negato nei mesi precedenti volendo imporre le proprie posizioni al tavolo. Manca ancora un piano di salvaguardia occupazionale e nonostante gli annunci fatti sulla stampa l’impresa non ha ancora chiarito quante persone possono essere ricollocate nella rete Conad. La cassa integrazione può, evidentemente, solo ammortizzare temporaneamente il rischio esuberi. È inoltre importante che il Mise, a questo punto congiuntamente al ministero del Lavoro, preveda una nuova convocazione delle parti a breve termine per riprendere la vertenza prima che sia troppo tardi”.