Fallimento di tre cooperative a Firenze: chiesto il processo per i genitori di Renzi
«La libertà non ci basta, vogliamo dimostrare la nostra innocenza». Così disse Tiziano Renzi, papà di Matteo, quando a marzo del 2019 il Riesame di Firenze revocò dopo 18 giorni gli arresti domiciliari per lui e la moglie, Laura Bovoli, madre dell’ex premier.
A distanza di quasi un anno il pm della procura fiorentina Luca Turco ha chiesto di mandare Tiziano e Laura a processo. Se il gup Silvia Romeo li rinvierà a giudizio nell’udienza preliminare del prossimo 9 giugno, i coniugi Renzi potrebbero dunque avere la possibilità di dimostrare in un’aula di tribunale la loro innocenza nell’inchiesta che aveva portato al loro arresto.
Un’inchiesta, quella fiorentina, che gira intorno al fallimento di tre coop Delivery Service Italia, Europe Service e Marmodiv – che secondo gli inquirenti al lavoro sull’ipotesi di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture false Tiziano e signora avrebbero fatto fallire una dopo l’altra dopo averne prosciugato le casse e dopo averle in alcuni casi utilizzate, secondo la procura, per «sgravare» la società di famiglia Eventi6, che si occupa della distribuzione di giornali e volantini pubblicitari, di oneri previdenziali e fiscali.
Oltre ai genitori del leader di Italia viva, i magistrati toscani hanno chiesto il processo anche per altri 16 indagati, tra i quali l’ex autista del camper di Matteo Renzi alle primarie di 8 anni fa, Roberto Billy Bargilli, che era nel cda di due delle coop al centro dell’indagine e che fu ascoltato come persona informata dei fatti anche relativamente all’inchiesta Consip.
Nel dettaglio delle accuse relative alle tre coop delle quali Tiziano Renzi e Laura Bovoli erano amministratori di fatto, i pm fiorentini contestano ai coniugi Renzi di aver provocato dolosamente il fallimento della Delivery Service, omettendo «sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte», di aver poi sottratto alla Europe Service «libri e scritture contabili» per «procurarsi un ingiusto profitto» a scapito peraltro dei creditori, e infine, per la Marmodiv, i genitori di Matteo avrebbero concorso con altri due coindagati a «cagionare il dissesto della società», mettendo a bilancio in attivo, nel giugno del 2018, false «fatture da emettere» per oltre 370mila euro.
Per i legali dei coniugi Renzi, Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini, nessuna sorpresa. La richiesta di rinvio a giudizio dei magistrati fiorentini è anzi «scontata, trattandosi della questione per la quale i coniugi Renzi sono stati arrestati, provvedimento poi annullato dal Tribunale del Riesame». E secondo i due avvocati, l’auspicio di Tiziano, appunto, potrebbe andare a buon fine proprio «in sede processuale». Lì, concludono i legali, «siamo assolutamente convinti che dimostreremo come non vi sia alcun nesso tra il fallimento della cooperativa Marmodiv e l’attività dei Renzi, che erano clienti e non amministratori della medesima. Attendiamo con tranquillità che dopo oltre un anno di show mediatico si possa celebrare il processo nelle aule di giustizia e non altrove».
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