Fermato a Parma tunisino col manuale “200 modi per fare un attentato”
Un tunisino di 25 anni è stato arrestato a Busseto, in provincia di Parma. L’accusa è di autoaddestramento e attività con finalità terroristica, anche internazionale. Il blitz è scattato ieri mattina presto, quando gli uomini della Questura hanno eseguito un mandato di arresto nei confronti dell’uomo. Passata al setaccio la sua abitazione, alla ricerca, secondo quanto si apprende, di elementi concreti per ricostruire l’organizzazione alla quale, secondo l’accusa, sarebbe affiliato. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Parma e da quella di Bologna: gli inquirenti stanno lavorando per cercare di mettere in atto gli approfondimenti necessari per ricostruire il quadro di azione della persona arrestata, che sarebbe legata ad ambienti dell’estremismo islamico.
Inchiesta coordinata a Parma e Bologna
Per gli inquirenti, il 25enne tunisino avrebbe avuto contatti via social con ambienti dell’Isis. Nel suo cellulare sono stati trovati migliaia di file con indicazioni su come costruire armi o esplosivi. Inoltre, manuali con tecniche di combattimento e video di attentati, esecuzioni di infedeli e predicatori che incitano alla jihad. L’uomo era in possesso anche di un manuale con “200 consigli” per i terroristi. Dalle istruzioni per realizzare molotov agli ingredienti per preparare una bomba. Tecniche di combattimento e fuga, strumenti di autodifesa, e poi testi manoscritti inneggianti al martirio.
Dal Mullah Fouad al terrorista tunisino
Non è la prima volta che immigrati ritenuti vicini agli ambienti islamisti finiscono in manette, in provincia di Parma. Il primo caso su infiltrazioni jihadiste risale al 2003. Ad Alberi di Vigatto vennero fermati due curdi iracheni ritenuti reclutatori di terroristi islamici. Nell’agosto del 2016 le autorità italiane hanno fermato ed espulso un trentenne marocchino, che operava a Parma. Grazie al monitoraggio della rete e dei tabulati telefonici dell’uomo erano emersi inquietanti manifestazioni di adesione all’Isis. Mullah Fouad, stando a quanto ricostruito ai tempi dagli inquirenti, era uno dei referenti europei di spicco di Ansar Al Islam. Un’organizzazione che negli anni ha stretto rapporti di collaborazione prima con Al Qaeda e poi con l’Isis.