L’Oms lancia l’allarme: “Coronavirus più pericoloso del terrorismo”
Il nuovo coronavirus deve essere sconfitto al più presto perché la sua diffusione e i danni conseguenti rappresentano una minaccia più grande del terrorismo.
Sono queste le parole uscite dalla bocca di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che dal Forum globale di ricerca e innovazione di Ginevra è tornato a parlare del 2019-n-Cov. Anzi: del Covid19, come è stato soprannominata ufficialmente la malattia.
“Un virus può avere conseguenze più devastanti di qualsiasi attacco terroristico – ha spiegato Ghebreyesus – Questo virus è da considerare il nemico pubblico numero uno di tutto il mondo e di tutta l’umanità. È il peggior nemico che si possa immaginare. Le epidemie possono portare conseguenze molto serie nel mondo, non si tratta solo di problemi sanitari ma anche politici ed economici, in tutte le aree della società”.
Per quanto riguarda il vaccino, una soluzione potrebbe essere pronta in 18 mesi. Intanto, ha aggiunto il direttore generale dell’Oms, è necessario “fare il massimo usando le armi disponibili”. Certo è che la comunità internazionale dovrebbe considerare il nuovo coronavirus “il nemico pubblico numero per il mondo” e che tutti i Paesi dovrebbero muoversi nella stessa direzione, con l’intenzione di vincere una battaglia comune.
Coronavirus-terrorismo: un paragone che fa riflettere
Tornando al paragone coronavirus-terrorismo, l’accostamento è per certi versi calzante. Anche perché il bilancio del Covid19 è sempre peggiore ogni giorni che passa. Oltre alle mille vittime nel mondo (quasi tutte in Cina) i contagi hanno superato la soglia dei 43mila. Questo virus è più letale della Sars (sindrome respiratoria acuta grave9 che a cavallo tra il 2002 e il 2003 aveva ucciso 776 persone), anche se il suo tasso di mortalità è del 2%.
Nel frattempo i contagi confermati dall’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) all’11 febbraio sono 43.118, il 99,2% dei quali situati in Cina. Per la precisione, il 73% di questi ultimi è relegato nella provincia dello Hubei, l’area rossa da cui è partito il contagio.
A causa degli effetti provocati dal coronavirus, proprio nello Hubei sono volate le prime teste. Il Quotidiano del Popolo ha riferito del licenziamento di due alti funzionari della sanità: il segretario del partito per la Commissione salute della provincia e il capo della Commissione e vice direttore della Croce Rossa locale. La loro colpa? Non aver gestito a dovere l’emergenza.
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