Coronavirus, le tre navi da crociera trasformate in prigioni galleggianti
La Diamond Princess in Giappone, la World Dream a Hong Kong e la Westerdam, quest’ultima respinta dalle Filippine dopo esser partita da Singapore: ecco i nomi delle tre navi da crociera di lusso che, a causa del nuovo coronavirus, si sono trasformate in lazzaretti a cielo aperto, vere e proprie prigioni galleggianti per migliaia e migliaia di passeggeri.
Come riferisce l’agenzia Agi, la Diamond Princess è ormeggiata nella baia giapponese di Yokohama. La nave, con a bordo 3.700 passeggeri, di cui almeno 61 positivi al contagio del virus 2019-n-Cov, è in quarantena e resterà in questa condizione fino al 19 febbraio. Sopra ci sono 35 italiani (25 sono membri dell’equipaggio) che non risultano infettati, oltre a 1.281 nipponici, 428 americani e altri cittadini di 54 diverse nazionalità.
Gli unici che fin qui hanno lasciato la nave sono stati alcuni dei contagiati, accompagnati dalle autorità locali, in ambulanza, in apposite strutture per la cura della malattia. Gli altri sono intrappolati sulla Diamond Princess e non hanno neppure il permesso di stare in piedi sul ponte della nave. Sono chiusi nelle loro stanze in attesa di nuovi ordini.
Le altre due prigioni galleggianti
A Hong Kong la situazione non è dissimile. Qui 3.600 persone hanno trascorso la notte confinate a bordo di un’altra nave da crociera, la World Dream, mentre le autorità effettuavano controlli sanitari dopo che tre ex passeggeri sono risultati positivi al coronavirus. I funzionari hongkonghesi hanno spiegato che i passeggeri potranno scendere soltanto dopo il completamento dei test su tutte le persone a bordo.
Più complessa la situazione della Westerdam, la terza nave di lusso colpita dall’epidemia diffusasi da Wuhan. La nave resta bloccata in mezzo al mare. Era partita da Singapore lo scorso 16 gennaio per una crociera da trenta giorni intorno all’Asia. Dopo aver lasciato Hong Kong, il primo febbraio scorso, e’ stata respinta indietro dalle Filippine che non hanno voluto farla attraccare per il timore che vi possano essere dei casi di contagio a bordo.
La Westerland doveva attraccare in cinque porti giapponesi ma Tokyo ha negato l’autorizzazione. Adesso la nave si trova nel Mar Cinese Orientale. Uno dei passeggeri, David Holst, australiano di 63 anni, ha spiegato alla Cnn l’odissea che sta vivendo assieme a sua moglie: “Holland America ha dichiarato che stanno discutendo con il dipartimento di Stato americano, la Marina degli Stati Uniti e il governo olandese per cercare una soluzione. Non ho idea di cosa o quando sarà. Gli ultimi sei o sette giorni sono stati un incubo”.
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