Coronavirus, primo italiano positivo ai test
Faceva parte del gruppo dei 56 italiani rientrati da Wuhan, aveva accusato sintomi sospetti e per questo erano in corso delle analisi sul suo conto.
L’esito ha adesso rivelato che quella persona ha contratto il nuovo coronavirus.
L’annuncio è arrivato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha appena comunicato alla task-force del ministero della Salute il primo caso di italiano contagiato dal virus 2019-n-Cov. Il comunicato parla chiaro: si è rivelato “positivo del test di conferma su uno dei rimpatriati da Wuhan e messo in quarantena nella città militare della Cecchignola”.
Il primo italiano contagiato dal nuovo coronavirus
Il paziente si trova adesso ricoverato all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma “con modesto rialzo termico ed iperemia congiuntivale”. La nota si conclude sottolineando che lo stesso Istituto “sta coordinando l’organizzazione della sorveglianza epidemiologica a livello nazionale e supporta i laboratori di riferimento regionali per garantire una prima diagnosi tempestiva”.
Facciamo un passo indietro e ripercorriamo questa giornata convulsa. Nel pomeriggio uno dei rimpatriati da Wuhan, un uomo, era stato trasportato all’ospedale Spallanzani in buone condizioni generali di salute, anche se con un modesto rialzo termico e ipermia congiuntivale. Gli accertamenti sono partiti subito. In tarda serata è arrivato il responso del test che ha dato esito positivo; si tratta del primo italiano infettato dal nuovo coronavirus.
Nello stesso nosocomio romano sono ancora ricoverati anche i due cittadini cinesi risultati positivi al test ormai una settimana fa. Le loro condizioni cliniche restano “invariate” anche se la prognosi resta riservata. Per la coppia è in corso una terapia antivirale sperimentale con un mix di farmaci Lopinavir/Ritonavir e Remdesivir.
Calcolatrice alla mano, nell’ospedale sono stati valutati fin qui, al netto del primo contagiato italiano, 41 pazienti, tutti sottoposti al test di verifica per il 2019-n-Cov. Di questi, 32 sono risultati negativi e quindi dimessi; nove restano ricoverati.
Tornando all’italiano infettato, il direttore del reparto Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, ha spiegato nel corso del programma “Dritto e Rovescio” su Rete 4 che “dobbiamo essere vigili e tenere altissima l’asticella della vigilanza” anche se le probabilità che l’uomo possa “contagiare altri sia bassissima”.
Il direttor Rezza, ha specificato che il paziente contagiato era un italiano che viveva a Wuhan, e quindi sottoposto al massimo rischio di contrarre il nuovo coronavirus. “Nel momento in cui si è deciso di rimpatriare i 56 italiani sono state prese tutte le precauzioni possibili” proprio perché quella di avere a che fare con un contagiato “non era una ipotesi da escludere” ha aggiunto Rezza, che ha poi concluso ribadendo come il contagio sia avvenuto in territorio cinese e non in Italia.
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