L’Anpi prende il Senato per raccontare le foibe “Offesa inaccettabile”
L’Associazione nazionale partigiani tiene oggi un convegno in una sala del Senato giocando d’anticipo sulla giornata del Ricordo delle foibe e dell’esodo del 10 febbraio.
E scoppia la polemica. A parte l’impostazione «giustificazionista» fin dal titolo, «Il fascismo di confine e il dramma delle foibe» non c’è neppure un rappresentante degli esuli a fare da contraltare. E l’aspetto più discutibile riguarda proprio il relatore dell’unico intervento, sul «dramma delle foibe», rispetto agli altri tre dedicati al periodo fascista. Franco Cecotti viene presentato come «già presidente dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli-Venezia Giulia». Il relatore, però, è stato eletto nel 2016 segretario del comitato provinciale dal XIII congresso dell’Anpi di Trieste. A fianco, sul sito dell’Associazione partigiani con il suo nome, spiccano due foto dei sostenitori. Anziani veterani con tanto di copricapo filo titino, la «bustina» con la stella rossa. Una foto in primo piano ritrae Drago Slavec, recentemente scomparso, che ha combattuto con Josip Broz Tito in Bosnia. Poi fu catturato dai tedeschi e internato, ma riuscì sfuggire e si unì ai partigiani in Valtellina. Il presidente dell’Anpi di Trieste, Fabio Vallon, eletto con Cecotti, il 12 maggio scorso postava sulla sua pagina Facebook un selfie con la gigantografia del maresciallo Tito a Brioni e la frase «dame el cinque!».
L’impostazione del convegno strettamente su invito, presso la Biblioteca del Senato, è chiara. La prima relazione è sulla «nascita del fascismo», poi verrà trattato «il fascismo di confine» e alla fine «i crimini fascisti» con Marta Verginella, storica dell’Università di Lubiana. «Il dramma delle foibe» sarà esposto solo da Cecotti eletto nell’Anpi da chi ha combattuto al fianco di Tito, il carnefice degli italiani.
Per Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani, associazione degli esuli con sede a Trieste, «è gravissimo che i partigiani tengano un seminario monco in un’aula del Senato con nessun rappresentante della nostra tragedia».
Marcello Veneziani ha lanciato un tweet al vetriolo: «È un’infamia storica e un oltraggio ai caduti nelle foibe (…). La dittatura sulla Memoria sta diventando insopportabile».
Fratelli d’Italia con Luca Ciriani ricorda che «le foibe non sono un dramma, ma un crimine. Anche quest’anno l’Anpi cerca di avvelenare la memoria degli infoibati» con un convegno «che sembra proseguire sulla strada del giustificazionismo».
Maurizio Gasparri, di Forza Italia, sostiene «che in una sala istituzionale una manifestazione dal sapore equivoco» a ridosso del 10 febbraio «è un’offesa».
L’ala dei negazionisti che vorrebbero abolire il giorno del Ricordo rivela: «L’Anpi nazionale quest’anno ha dato disposizione che le sue sezioni non partecipino ad altra iniziativa se non quella, centrale» nella biblioteca del Senato. Sandi Volk, che fa parte dei duri e puri, parlerà a Parma il 10 febbraio sulla foiba «di Basovizza falso storico» anche se è un monumento nazionale.
Gli stessi partigiani perdono il pelo, ma non il vizio. L’Anpi di Lecce, pochi giorni fa, ha contestato la decisione del Consiglio comunale di intitolare una via a Norma Cossetto, medaglia d’oro alla memoria bollandola come «una presunta martire delle foibe». A Gorizia, l’Anpi organizza per «il Giorno del ricordo 2020» la proiezione delle «Memorie degli incendi» sui 200 villaggi dati alle fiamme durante l’occupazione tedesca fra Slovenia, Croazia e Italia. Neanche un cenno alle foibe nel documentario finanziato dall’Unione europea.
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