Giustizia, il governo ora trema davvero

La prescrizione agita e non poco l’esecutivo. Continua lo scontro senza sosta tra i Cinque Stelle e Italia Viva sulla riforma del sistema giudiziario. Lo scontro duro tra il ministro Bonafede e Matteo Renzi la dice lunga su quanto siano fragili gli equilibri nella maggioranza e dunque anche nel governo.

La tregua è durata pochi giorni dopo il risultato delle Regionali in Emilia Romagna. Ora i giallorossi tornano a farsi la guerra. Dal palco dell’assemblea nazionale di Italia Viva, Renzi va all’attacco di Bonafede e dei Cinque Stelle: “A Bonafede dico: ’Fermati finché sei in tempo, perché in Parlamento votiamo contro la follia che avete fatto”. L’ex premier poi affonda il colpo: “Fra le poltrone e civiltà giuridica, scegliamo la civiltà giuridica, senza di noi non avete i numeri in Senato”.

Poi lo stesso Renzi propone una soluzione a Bonafede: il lodo Annibali. Si tratta dell’emendamento della deputata e capogruppo renziana in commissione Giustizia, che in pratica sospende per un anno gli effetti della riforma Bonafede ritornando alla legge Orlando. Una mossa per riaprire il tavolo delle trattative e andare a cambiare la legge voluta dal Guardasigilli che ha il vago sapore manettaro. Ma a quanto pare i Cinque Stelle non hanno intenzione di cedere su questo punto e così rincarano la dose su Facebook dove il ministro Bonafede rispedisce al mittente la proposta: “Da ministro ho sempre ritenuto fondamentale lavorare e tenere i toni bassi e continuo a pensarla così. Ma sia chiaro – sottolinea – non accetto ricatti e minacce da nessuno. E vado avanti”.

Insomma porte chiuse ad una pax col fronte renziano. A questo punto ci pensa Faraone ad esplicitare la minaccia sui Cinque Stelle: “Nessuno di noi ricatta o minaccia Bonafede, lo invitiamo soltanto a fare i conti dei numeri in Parlamento: al Senato senza di noi va sotto”. Un messaggio fin troppo chiaro che fa scattare l’allarme in tutto il governo. I grillini a questo punto si scatenano e parlano di urne. A farlo è la pentastellata Barbara Lezzi: “Se necessario, subito elezioni. Perché un Paese civile pretende sempre giustizia e non si lascia confondere da un pagliaccio come Renzi, che mette impunità e ingiusta detenzione sullo stesso piano”. A frenare i malumori ci prova poprio il dem Orlando: “Tra Iv e Bonafede si sta sviluppando un’assurda polemica a distanza che rischia di coprire le critiche ragionevoli venute dai vertici della magistratura durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Occupiamoci di queste e riprendiamo il confronto”. Ma i Cinque Stelle, con il capo politico Vito Crimi, non mollano: “Sapevamo che avremmo potuto incontrare forti resistenze, significa che siamo sulla strada giusta. Non possiamo fermarci, andiamo avanti”. La tensione resta davvero altissima e non è escluso un vero e proprio terremoto nel governo…

il giornale.it

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