“Vi racconto Auschwitz”, ma l’uomo si era inventato tutto
Da 15 anni, gli studenti delle scuole lo ascoltano emozionati, commossi e compenetrati nel sentire il racconto del periodo vissuto nel campo di sterminio di Auschwitz, quando “ero solo un bambino”.
Le porte di scuole, comuni ed associazioni, per lui, erano sempre aperte. Lui, “uno degli ultimi sopravvissuti”.
Una storia inventata
Samuel Gaetano Artale von Belskoj -Levi, quasi 83 anni, dovrebbe essere, quindi, un reduce. Dovrebbe. Secondo verifiche effettuate dal Gazzettino.it in seguito alla segnalazione da parte di Gadi Luzzatto Voghera, storico veneziano, direttore del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano ed uno dei massimi esperti in Italia, le cose non stanno proprio così: il racconto dell’ingegner Artale sarebbe del tutto falso, inventato. “La storia che Artale racconta con commozione alle scolaresche assetate di testimoni – spiega Luzzatto – non trova riscontro di alcun tipo”. Il perchè sarebbe “legato a motivazioni varie e dinamiche psicologiche insondabili”.
Non ebreo ma calabrese
L’inganno è stato scoperto: l’ingegner Artale, che racconta di essere nato a Rostock, in Germania, da una famiglia ebreo-prussiana ed una popolarità sempre più diffusa in tutto il Veneto, è solo “un falsificatore, capace di raccontare una storia che in realtà non ha mai vissuto”. Da una visura camerale della Camera di Commercio emerge che l’ingegnere, proprietario della Artale Group fondata a Padova nel 2007, in realtà è nato a Laino Borgo, in provincia di Cosenza, il 22 marzo 1937.
“Negli archivi di Rostock non c’è traccia della sua famiglia e gli ebrei di quella città sono stati tutti deportati due anni prima di quel che racconta” – incalza Luzzatto – nei Sonderkommando ad Auschwitz non hanno mai lavorato bambini, come lui sostiene. E lui stesso non è un ebreo tedesco, bensì un anziano signore che risulta nativo di Cosenza. Il libro che ha pubblicato lo scorso anno (Alla vita, ndr) è ricco di errori storici”.
L’omaggio di Liliana Segre
Dalla provincia di Padova a quella di Venezia, dal Trevigiano al Vicentino, sono decine i Comuni che hanno invitato Artale negli ultimi anni. Il prossimo appuntamento è fissato per domenica a Meolo, in provincia di Venezia ma il paradosso dell’inganno è stato toccato nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio scorso. “Purtroppo, in questi giorni, l’amministrazione comunale di Cessalto, ultima di una lunga serie, ha deciso di offrire a 300 studenti la testimonianza di questo signore in occasione del Giorno della Memoria – ha dichiarato Luzzatto – e, fatto più grave, ha chiesto e ottenuto dalla inconsapevole senatrice Liliana Segre un messaggio di saluto per la manifestazione, associando così la testimonianza vera a quella fasulla”.
Insomma, un inganno perpetrato nel tempo al quale adesso, probabilmente, si metterà un punto definitivo.
il giornale.it