Paolo Savona, lo scenario apocalittico sulla crisi: “Attenti ad accendere una nuova crisi finanziaria, effetti indesiderati”
Ancora oggi la presenza di Paolo Savona in un governo con Luigi Di Maio e Carlo Sibilia lascia stupiti i commentatori politici ed economici. Alla sua prima intervista da ministro per gli Affari europei, l’economista parla per la prima volta mettendo in chiaro innanzitutto la sua posizione, tutt’altro che antieuropeista. Dietro l’enorme fraintendimento sulle sue idee critiche con la governance dell’Unione europea si nasconderebbe più l’incapacità di chi ha perso le elezioni di interpretare cosa sia successo nel segreto dell’urna.
Savona a Italia oggi si riferisce proprio a chi lo accusa di giocare a fare l’anti-establishmente, pur avendo passato mezzo secolo nelle istituzioni economiche del Paese: “Proclamare altezzosamente e sdegnosamente che le elezioni del 4 marzo sono state vinte dai populisti, equivale a non riuscire a cogliere ciò che sta accadendo in Italia e in Europa al momento, e a cercare di accantonare la ‘rivolta’ popolare in corso”.
Gli sconfitti dall’ultima tornata elettorale non sono continuano a non farsene una ragione, ma rischiano di creare guai enormi: “Le forza di cambiamento, con tutte le sue ben note contraddizioni, sono state, per il momento, incanalate nelle istituzioni democratiche dalla Lega e dal M5s. Se alcune élite globali intendono reagire a questo con la denigrazione accendendo una crisi finanziaria, potrebbero innescare una reazione politica molto più ampia e molto più indesiderabile”.