Shoah, quei dati di Eurispes tenuti nascosti. L’antisemitismo? Sta a sinistra
Lo avrete letto tutti: il rapporto “choc” di Eurispes certifica come ormai il 15,6% degli italiani nega la Shoah e il 16,1% sminuisce la portata dei campi di sterminio.
Un boom inatteso rispetto al 2004, quando solo il 2,7% si dimostrava revisionista sull’Olocausto. Il dato è poi aggravato dal fatto che “alcuni sono convinti che gli ebrei” controllino il potere economico e finanziario (23,9%), i mezzi di informazione (22,2%) e determinino le scelte politiche americane (26,4%). Numeri allarmanti, certo. E così i giornali hanno dato ovviamente ampio risalto alla notizia, con titoli altisonanti per la recrudescenza di un fenomeno che si pensava ormai superato. Quel che però non è emerso (e tutti si sono ben guardati dal farlo) è che l’antisemitismo strisciante non si sta diffondendo a destra, come molti immaginano. Ma a sinistra. E tra i 5 Stelle.
I dati di Eurispes si sono abbattuti sul dibattito politico italiano, già caldo da tempo. Nei giorni scorsi a Mondovì è apparsa la scritta “Juden hier” sulla porta di una donna ebrea figlia di una staffetta partigiana. E ieri sul campanello di casa di una signora sono comparse delle svastiche. “Gesti da non sottovalutare – ha detto il segretario del Pd Torino, Mimmo Carretta – in un periodo in cui, come dimostra l’indagine Eurispes, si moltiplicano gli italiani che non credono più all’orrore dell’Olocausto e giustificano un dittatore come Mussolini”. Come sempre, il messaggio sembra essere quello di un antisemitismo fomentato solo dalle destre, dal ritorno del fascismo, dagli italiani affascinati dal Duce e via dicendo. Una narrazione alimentata dalla sinistra antifascista, che mescola l’antisemitismo col pericolo razzismo. Peccato che in realtà i dati dicano altro. Anzi, l’opposto. E nessuno s’è preso la briga di sottolinearlo.
Negli articoli di Repubblica, Corriere, La Stampa, Il Sole 24 Ore e l’Huffington Post i cronisti si sono “dimenticati” di citare una parte fondamentale del rapporto. Si tratta di un intero paragrafo che ridimensiona l’immagine di un’Italia di destra antisemita e dimostra che, invece, il revisionismo serpeggia più tra gli elettori dei partiti oggi al governo del Paese. Bastava leggere il documento fino a pagina 46 per accorgersene. Se infatti le “tesi secondo cui gli ebrei controllano il potere economico” e i “mezzi di informazione” trovano concordi soprattutto persone di destra o centrodestra, per quanto riguarda “l’influenza decisiva degli ebrei sulle decisioni politiche americane” a spiccare sono gli elettori del M5S. Ma soprattutto quel che emerge è che “la credenza che la Shoah non abbia mai avuto luogo vede il picco di intervistati ‘molto’ d’accordo tra chi si riconosce politicamente nel Movimento 5 Stelle (8,2%), concordi complessivamente nel 18,2% dei casi”. E che “la più alta percentuale di soggetti concordi (abbastanza o molto) si registra però tra gli elettori di centrosinistra (23,5%)”. Quindi, a conti fatti, “i revisionisti risultano più numerosi della media a sinistra” (“per il 23,3% l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente, ma ha prodotto meno vittime di quanto si afferma di solito”) ed “al centro (23%)”, ma “meno a destra (8,8%)”. Capito?
il giornale.it