La peste suina africana si propaga in Europa, l’allarme in un rapporto dell’Ue
La diffusione della peste suina africana non si arresta. Soprattutto in Unione europea, dove la malattia si propaga e si espande.
Secondo quanto riportato da Today, che cita l’ultimo rapporto dell’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, il virus è presente oggi in dieci Paesi delll’Ue e continua la sua progressione verso il Sud-Ovest del vecchio continente. In base a quanto citato nel rapporto, la situazione cambia da uno stato membro all’altro a causa di diverse influenze, tra cui la struttura della produzione suinicola nazionale, le condizioni geografiche e le caratteristiche della popolazione dei cinghiali selvatici.
La diffusione
Secondo quanto riportato dal quotidiano, l’Italia è tra i Paesi che conoscono meglio questa tipologia di malattia. Da 40 anni, infatti, la peste suina è endemica in Sardegna e nel 2014 ilvirus si è diffuso al confine orientale dell’Unione europea, in particolare in Romania, dove si conta (attualmente) il numero più alto di casi. Da lì, secondo gli studi più recenti, l’infezione si sarebbe spostata verso il resto dell’Ue, raggiungendo sia il Belgio, sia la Slovacchia.
I rischi della malattia
La malattia, innocua per gli esseri umani, risulta essere letale per i suoini e devastante per il settore dell’allevamento. L’Efsa indica, infatti, nelle fattorie non commerciali la sfida più grande per l’eradicazione del virus sui suini domestici e suggerisce, per le aree non infette, di intensitificare lo sforzo di caccia ai cinghiali, che rappresentano, di frequente, i vettori della malattia, visto che la malattia non colpisce soltanto i maiali.
Che cos’è la peste suina africana
La peste suina africana, nota anche come Psa, è una malattia virale inoffensiva per l’uomo ma estremamente pericolosa per gli animali. La sua diffusione nei Paesi coinvolti, infatti, comporta pesanti ripercussioni economiche, in termini di vendita delle carni, per esempio. Per evitare che il virus si diffonda, è necessario chiudere sempre i residui di carne fresca o stagionata di suino in contenitori chiusi.
Il caso di Padova
Il 22 gennaio scorso, la guardia di Finanza di Padova, in collaborazione con il servizio veterinario e il Servizio igiene, alimenti e nutrizione dell’Ulss 6 Euganea, aveva sequestrato in un magazzino in una zona industriale 9,420 chili di carne suina di origine cinese, importata dall’Unione europea in violazione delle norme doganali e sanitarie. La confisca, in quella circostanza, si era resa necessaria per il pericolo di contaminazione di questa malattia.
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