Conte contro Di Maio, Crimi contro Conte, Di Battista contro tutti: nel M5S è faida selvaggia
Le sirene del Pd stanno per far esplodore il M5S. La proposta a caldo di Conte a Zingaretti di un “fronte anti-destre” ha già ricevuto la stroncatura del reggente Vito Crimi.«Nessun progetto di alleanza strutturale con il centrosinistra, né a livello nazionale né alle prossime Regionali». Ma l’agitazione pentastellata non si placa. Anzi. La batosta delle Regionali ha innescato una faida selvaggia dentro il MoVimento. La fase di “riflessione” è in realtà l’occasione per regolare i vecchi conti. Anche Di Battista torna in campo e annuncia un mozione “antiliberista” agli stati generali di marzo. Dopo quel fatale congresso esisterà ancora il Movimento Cinque Stelle? Sono in molti a chiederselo, mentre il “patron” Beppe Grillo da domenica è in stato di catalessi.
In questi giorni c’è da registrare la forte irritazione di Di Maio e i suoi contro Conte. L’apertura a Zingaretti è vista come un tradimento. «Dire certe cose il giorno dopo le Regionali, con il risultato che abbiamo avuto, è stata una mossa scorretta. Così ci condanna a fare da stampella al Pd». Ma Conte, pur di difendere la poltrona, ha dimostrato di essere disposto a fare patti anche col diavolo.
Rimane però il “mucchio selvaggio” degli eletti preme per andare in alleanza con il Pd alle Regionali. «Per questo Di Maio – si legge su La Stampa– vorrebbe spostare più in là gli Stati generali, attualmente previsti il 13 marzo, posticipandoli magari al 4-5 aprile, primo weekend utile dopo il referendum sul taglio dei parlamentari. Agli Stati generali, infatti, i rapporti di potere interni potrebbero cambiare e rischia di passare una nuova linea filo-Pd. Trascinare ad aprile la fase congressuale e, di conseguenza, lasciare più a lungo Crimi come reggente, darebbe all’ex capo politico più tempo per organizzare le truppe e toglierebbe giorni preziosi alla fronda interna che ammicca al centrosinistra».
Così sta per finire un partito mai nato.