“Il M5S è morto”: tutti ne prendono atto, tranne i vertici. Crimi sfida il ridicolo: “Risultato un po’ deludente”
Sciolti, scomparsi, irrilevanti. I commenti del giorno dopo sono tutti senz’appello. Come senz’appello sono i dati: le Regionali hanno spazzato via il M5S, che in Emilia Romagna si ferma al 3,45% e in Calabria al 6,18%. A scrutino non del tutto ultimato, i dati sono ancora passibili di qualche oscillazione, ma certo non di un sovvertimento. Dunque, non ci sono dubbi sul fatto che il giudizio degli italiani sui grillini sia stato impietoso. Tutti ne hanno preso atto, tranne i diretti interessati. Vito Crimi, reggente dopo il passo indietro di Luigi Di Maio, ha parlato di “risultati inferiori alle aspettative”. Un’affermazione che sfiora il ridicolo, anche in un contesto come quello del bilancio delle urne nel quale – tradizionalmente – le forze politiche fanno fatica ad ammettere le sconfitte.
Crimi teme fuggi fuggi e rese dei conti
“Ogni volta che un risultato elettorale non ci sorride sento partire il solito coro: il Movimento è finito, è in ginocchio, sta scomparendo. In più, questa volta, viene dato per scontato il ritorno del bipolarismo, come se le elezioni in due regioni equivalessero al voto nazionale”, ha scritto Crimi sulla sua pagina Facebook. Un riferimento chiaro a Nicola Zingaretti, che ha detto che “c’è un bipolarismo e mi auguro che sempre più i 5 Stelle ne prendano atto”, facendo presagire una resa dei conti anche interna al governo. “Alle regionali il Movimento ha sempre raccolto risultati inferiori rispetto alle tornate nazionali, ma va riconosciuto che Calabria ed Emilia Romagna hanno dato risultati inferiori alle aspettative“, ha proseguito l’ex sottosegretario, rivendicando che un lavoro di organizzazione è già stato avviato. “Sarà fatica e sudore, ma so che siamo in grado di farlo. A una condizione: quella di restare uniti, di non lasciarsi irretire da facili sirene, di ricordare sempre quali sono gli obiettivi e le motivazioni che ci hanno portati nelle istituzioni e alla guida del Paese”.
“Il M5S è morto, soffocato nella scatoletta di tonno”
Insomma, per il M5S una stagione che era già difficile ora si fa difficilissima. Lo hanno notato tutti gli osservatori, ma anche le stesse voci interne e, soprattutto, ex interne al Movimento. “Dopo le elezioni politiche ci si aspettava molto di più, mi riferisco alle misure per il Meridione, oltre ai mancati ruoli a persone calabresi, fatte letteralmente fuori dal governo”, ha detto Federica Dieni, deputata M5S e volto storico del Movimento in Calabria. Si è concentato invece sull’Emilia Romagna Massimiliano Bugani, ex membro di Rousseau. “Sono almeno 14 mesi che metto in guardia tutti. Non c’era nulla di più prevedibile. Fare questa lista – ha detto -era una scelta totalmente priva di senso”. E, ancora, per l’ex Cinquestelle e sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, “il Movimento è nato in Emilia-Romagna nel 2007 e qui riceve oggi un colpo mortale“. Anche per Gianluigi Paragone il movimento “è morto, soffocato nella scatoletta di tonno”. “Non lo dico io, lo stanno dicendo – ha aggiunto – gli elettori”.