In pensione a 64 anni, ma con l’assegno ridotto: è la pensata di Conte per il dopo Quota 100
In pensione a 64 di età ma con il calcolo dell’assegno interamente su base contributiva. È questa l’idea tecnica alla quale il governo sta ragionando per superare Quota 100 senza pesare troppo sui conti pubblici. Come racconta il quotidiano Il Messaggero, è partita la caccia alla formula per la pensione flessibile nel post Quota 100. Quando cioè, alla fine del 2021, sarà archiviata la misura sperimentale introdotta per tre anni.
Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha detto chiaramente che lo scopo è principale sarà quello di “superare la riforma Fornero”. Dunque, al termine di Quota 100, saranno prese misure adeguate per “capire come inserire maggiore flessibilità in uscita”.
Al fine di arrivare a una decisione, fondamentali saranno gli incontri che il governo terrà, a cadenza più o meno regolare, con le parti sociali. In questo modo la proposta del governo si andrà a confrontare con le idee dei sindacati.
L’idea di Conte e Gualtieri è quella di una pensione flessibile a 64 anni di età , anziché i 67. E con un calcolo dell’assegno contributivo. IL rischio è che chi dovesse accettare questa opzione finisca per dover fare i conti con un taglio dell’assegno che va dal 10% al 15%.
Sul tavolo anche una soluzione alternativa: il ripristino dell’aggancio all’aspettativa di vita per tutte quelle pensioni anticipate previste dalla legge Fornero. Ci sarà tempo per analizzare nel dettaglio questa opzione, così come di passare in rassegna ipotesi come la pensione di garanzia per i giovani, un focus sui lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza.
Il governo, al momento, getta acqua sul fuoco. “Alla Colpisce leggere su alcuni quotidiani di presunti ‘piani del governo’ già pronti all’uso. Si tratta di ipotesi prive di fondamento. Più volte nelle ultime settimane, con dichiarazioni pubbliche, il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo ha tracciato in modo chiaro il percorso che intende seguire per raggiungere l’obiettivo di superare la legge Fornero”. Lo precisano fonti del ministero del Lavoro sottolineando che il percorso, oltre al confronto con le sigle sindacali, “passerà attraverso il lavoro di tre commissioni di esperti. Solo e soltanto alla sua conclusione si delineeranno i contorni della riforma”.