Bimba rom ferita, Mattarella: “Una barbarie che deve suscitare indignazione”. Non disse una parola per Pamela
Il presidente della Repubblica invoca lo sdegno per il caso di cronaca della bambina rom ferita da un fucile ad aria compressa: “È una barbarie che deve suscitare indignazione”. Ma a proposito di indignazione a fasi alterne, Sergio Mattarella non disse una parola per caso di Pamela Mastropietro.
(Il Giornale) – “Mi ha colpito un fatto di cronaca di questi giorni: l’Italia non può somigliare a un Far west dove un tale compra un fucile e spara dal balcone ferendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro.
Questa è una barbarie e deve suscitare indignazione”. A dirlo, con vigore, è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia del Ventaglio, in corso al Quirinale, in riferimento alla bambina rom colpita alla schiena a Roma.
Poi, il capo dello Stato ha allargato il suo discorso alla stampa parlamentare, parlando anche di informazione e mass media: “L’abbondanza informativa offerta dal web è preziosa, ma occorre evitare che si riduca il livello di approfondimento. Già, perché la dimensione digitale è un grande contributo. Siamo tutti consapevoli degli usi distorti, talvolta allarmanti, astiosi, dell’introduzione di semi che alimentano preconcetta ostilità. Sta a chi opera nella politica e nel giornalismo non farsi contagiare da questo virus ma contrastarli”.
Per poi aggiungere: “La libertà di informazione non è il prodotto, ma il diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione; infatti, l’articolo 21 della nostra Carta garantisce questo diritto, che fornisce sostanza alla democrazia dei moderni la libertà di informazione e i diritti che vi sono collegati – e il sostegno, funzionale ad assicurarla in concreto – alimentano il circuito democratico. Attraverso l’informazione i cittadini acquisiscono elementi di conoscenza per elaborare opinioni, che devono essere libere e consapevoli”.
Infine, una parentesi di Mattarella anche sulla crisi migratoria globale: “Sessantacinque milioni di profughi nel mondo danno la misura di un fenomeno epocale: tante volte l’Italia ha chiesto all’Unione Europea responsabilità e leggiamo finalmente segnali positivi da parte di diversi Paesi dell’Ue. Passo dopo passo serve un piano di interventi unitario per governare il fenomeno e non subirlo”.