Il M5S perde altri due deputati: escono Aprile e Nitti. “In atto un’intollerabile deriva autoritaria”
Altri due deputati lasciano il M5S. Si tratta di Nadia Aprile e, a quanto riferito da fonti parlamentari, di Michele Nitti. La notizia del passaggio di Aprile al gruppo Misto è stata confermata dalla stessa deputata, che ha parlato di “inesorabile deriva autoritaria del Movimento”. Ovvero ha adotto la stessa spiegazione fornita dai colleghi che prima di lei hanno dato l’addio ai pentastellati.
Aprile: “Nel M5S inesorabile deriva autoritaria”
Aprile, finita di recente all’indice dei parlamentari morosi, ha spiegato di essere rimasta “seriamente scossa”. E ha chiarito che “la situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un’inesorabile deriva autoritativa del MoVimento. E dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come parlamentare e persona”. Nella sua ricostruzione della vicenda, infatti, l’astensione dal versamento era legata alla richiesta di chiarimenti “sull’autoritaria costituzione del Comitato per le rendicontazioni/rimborsi del M5S e sull’imposizione di destinare le restituzioni al predetto organo privato“. Invece, ha chiarito, non ha mai ricevuto risposta da parte dei vertici. Ne ha ricevuto, invece, un “ingiustificato attacco mediatico”, senza ricevere “alcuna tutela da parte del MoVimento”. Poi l’arrivo della lettera dei probiviri, che le notificava l’apertura di un provvedimento disciplinare e che l’ha convinta “di non poter più continuare a militare nel MoVimento, di cui non posso più tollerare i metodi“.
Nitti: “Il Movimento si interroghi invece di attaccare”
Nessun commento a caldo è arrivato, invece, da Nitti, la cui fuoriuscita resta dunque a livello di indiscrezione. Leggendo a ritroso la sua pagina Facebook, però, si trova un post del 3 gennaio in cui annuncia che “non esprimerò alcuna parola di biasimo nei confronti dei colleghi che hanno ritenuto di dover lasciare il M5s”.
In quella riflessione Nitti si è concentrato piuttosto sul fatto che “non si sia ancora capaci di interrogarsi a fondo sulle motivazioni che portano stimati e riconosciuti professionisti, dapprima a mettersi a disposizione del movimento, e poi decidere di prenderne le distanze”. “La retorica stucchevole della fuga col malloppo è ridicola e insensata, tanto più se riferita a coloro che hanno sempre lavorato e sanno a quale attività (talvolta anche più remunerativa) ritornare”. Nitti, quindi, biasimando la reazione aggressiva del movimento verso i fuoriusciti e rivolgendo la sua solidarietà a chi ne ha fatto le spese, ha esortato nuovamente a “chiedersi, piuttosto, cosa non ha funzionato”. “Si vuol continuare a puntare il dito solo perché come diceva Dante le proprie “cose sempre paiono migliori che non sono, e l’altrui men buone”? Prego! Si faccia pure. Ma io non ci sarò“.