Cina, il misterioso virus può passare da uomo a uomo: “Non si esclude l’arrivo in Italia”
Il misterioso virus polmonare che, negli ultimi giorni, ha rimesso in allarme la Cina, e più in generale l’Asia, ha registrato un totale di circa 139 casi, un terzo decesso e il riconoscimento di un altro episodio in Corea del Sud, con la conferma che la malattia è stata individuata in Cina anche fuori dalla città di Wuang.
Si allarga così il focolaio della misteriosa malattia polmonare che sta spaventando migliaia di cittadini asiatici. Ma non è tutto: secondo quanto riportato da Leggo, anche un turista britannico di 32 anni potrebbe essere stato colpito dal virus, mentre si trovava in viaggio in Thailandia. In base alle ultime informazioni, poi, si è concretizzata la possibilità che la patologia possa trasmettersi da uomo a uomo.
Il rischio in Europa e in Italia
“Sicuramente è un dato che cambia lo scenario e occorre vigilare su chi viene dalle zone colpite. Se presentasse i sintomi della polmonite, andrebbe isolato in ospedale. Ma la trasmissione appare ancora limitata, tanto che l’Oms, al momento, non ha ancora deciso restrizoni”, ha spiegato all’Agi il capo del dipartimento di epidemiologia dell’Istituto superiore di Sanità, Gianni Rezza. Ma l’esperto, pur parlando di una diffusione ancora piuttosto limitata, non ha escluso che il virus, con il contagio da uomo a uomo, possa arrivare in Europa e anche in Italia: “Al momento non ci sono indicazioni particolari dall’Oms. Ci sono le normali misure di sicurezza, c’è ancora da capire bene la portata del fenomeno, vedere come evolve e poi eventualmente adottare misure più restrittive, come fu per l’epidemia Sars”.
Il primo caso occidentale
Intanto, però, secondo quanto riportato da Leggo, Ash Shorley, in questo momento, sarebbe ricoverato in condizioni piuttosto critiche a Phuket. Il timore è che si tratti, anche nel suo caso, della misteriosa polmonite asiatica. Il 32enne, durante una vacanza sull’isola di Koh Phi Phi, avrebbe contratto una seria infezione che avrebbe portato al collasso uno dei suoi polmoni. Dopo essere stato trasportato d’urgenza in ospedale grazie a un velivolo marino specializzato, per ora non ci sarebbero conferme ufficiali sulla patologia che lo ha colpito, anche se i medici pensano che i sintomi possano essere gli stessi della polmonite virale.
Il caso coreano
Le ultime segnalazioni, infatti, arrivano oltre che da Wuhan, anche da Pechino e da Shenzhen. Ma anche dalla Corea del Sud appunto, dal Giappone e dalla Thailandia che, in queste ore, avrebbe confermato il suo primo caso. L’ultimo caso, che arriva da Seul, ha coinvolto una donna cinese giunta domenica all’aeroporto internazionale di Incheon e proveniente dalla città cinese, capoluogo dell’estesa provincia dell’Hubei. La paziente ha fatto scalo e avrebbe manifestato il malessere mentre si trovava in viaggio verso il Giappone, dove aveva intenzione di trascorrere le festività per il capodanno cinese. Avrebbe manifestato sintomi quali febbre e problemi respiratori. Ora la donna è stata messa in quarantena in un reparto di isolamento designato a Incheon, vicino a Seoul. L’equipaggio del volo CZ6079 della compagnia aerea China Southern Airlines, su cui volava, e gli altri passeggeri sono sotto sorveglianza nel caso in cui manifestino sintomi. Tre persone sono già state isolate e altre 14 sono state sottoposte ad esami.
Le conferme delle autorità
Le autorità sanitarie cinesi hanno confermato dai 136 ai 140 nuovi casi in queste ore, compreso l’ultimo decesso causato dal coronavirus che da Wuhan, appunto, si sarebbe diffuso in altre aree e in altri Paesi asiatici. La Cina rassicura di avere messo in atto tutte le misure per affrontare attivamente l’epidemia di polmonite virale e conferma “comunicazioni serrate” con i Paesi in cui si è manifestato. A confermarlo sarebbe stato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, che ha parlato di programmi di prevenzione e di controllo, di cura dei pazienti e di gestione dei contatti stretti delle persone infettate. L’allarme, però, cresce comunque anche perché, negli ultimi giorni, gli scienziati dell’Imperial College di Londra hanno formulato l’ipotesi che possano essere in realtà molti di più i casi rispetto a quelli accertati ufficialmente dalle autorità cinesi.
L’origine della diffusione
Intanto, nelle ultime ore, il virus avrebbe raggiunto anche la capitale cinese, con due contagiati nel distretto meridionale di Daxing e a Shenzhen, vicino al confine con Hong Kong, con un caso segnalato. Tutti e tre i pazienti di Pechino e Shenzhen erano stati a Wuhan, il luogo dove si sono concentrati i decessi. Il virus è stato collegato dalle autorità cinesi a un mercato ittico e di specie selvatiche nella città di Wuhan, mercato che è stato chiuso negli ultimi giorni. La scorsa settimana, le autorità del capoluogo della provincia orientale dell’Hubei hanno annunciato anche un giro di vite sulle attività che comportano assembramenti pubblici.
Le misure decise a Wuhan
Il vice sindaco di Wuhan, Chen Yanxin, ha riferito che sono in vigore controlli con i termometri agli infrarossi negli aeroporti, nelle stazioni e nei terminal degli autobus, con lo scopo di rafforzare lo screening di potenziali contagi. Le autorità aeroportuali degli Stati Uniti e di molti Paesi asiatici hanno avviato uno screening su tutti i passeggeri provenienti da Wuhan. L’agente patogeno ritenuto responsabile della malattia respiratoria appartiene alla stessa famiglia di Sars (sindrome respiratoria acuta grave) e Mers (sindrome respiratoria mediorientale). Ieri la National Health Commission ha precisato che gli scienziati non hanno ancora chiarito né la fonte del nuovo coronavirus né i meccanismi di trasmissione. Al momento, però, l’Organizzazione mondiale della sanità ha escluso un contagio diretto fra persone.
Il timore per il capodanno
L’aumento dei contagi confermati della patologia simile alla Sars arriva a pochi giorni dal Capodanno cinese, che ora rischia di diffondere ancora più rapidamente la malattia. Al centro delle preoccupazioni, infatti, negli ultimi giorni, ci sono gli ipotetici passaggi previsti in Cina per le festività legate al capodanno lunare. Con lo spostamento di così tante personem gli scienziati temono una pericolosa diffusione del virus. Che preoccupa per le sue analogie con la Sars, che tra il 2002 e il 2003 uccise centinaia di persone.
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