Salvini: “L’antisemitismo in Italia? È colpa dei migranti islamici”
Matteo Salvini come Donald Trump. In un’intervista concessa oggi al quotidiano Israel HaYom, il leader della Lega ha affermato che è pronto a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele nel caso in cui dovesse diventare premier.
Salvini, inoltre, riprendendo alcune affermazioni rilasciate questa settimana, ha assicurato che il suo partito non ha più alcun legame con organizzazioni – che Israel HaYom definisce antisemite – come CasaPound, Forza Nuova e Fiamma Tricolore.
Nella sua intervista, Salvini parte con l’analizzare la situazione in Italia: “Tra i partiti seduti al governo c’è chi sostiene la Palestina, il Venezuela e l’Iran. La definizione di antisemitismo consentirà di chiarire le posizioni di queste persone, come nel caso del Bds (la campagna di boicotaggio di Israele, Ndr). C’è chi lotta per uno stato per i palestinesi, ma nega il diritto all’autodeterminazione per gli ebrei. Questa contraddizione si basa sull’ipocrisia. L’Italia è stata troppo lenta nell’adottare questa definizione internazionale (di antisemitismo, Ndr)”.
Poi, il leader della Lega si concentra su ciò che sta accandendo in Europa, dove si stanno registrando sempre più attacchi contro gli ebrei: “C’entra il fanatismo islamico”, dice Salvini, che poi prosegue: “Ora la presenza massiccia in Europa di immigrati provenienti da Paesi musulmani, tra i quali ci sono molti fanatici che ricevono il pieno sostegno di alcuni intellettuali, sta diffondendo l’antisemitismo, anche in Italia”.
Ci sarebbero, secondo il leader della Lega, due forme di antisemitismo in Occidente: quello dell’estrema destra e quello “istituzionalizzato dell’estrema sinistra. Pensa a Jeremy Corbyn o agli attivisti di sinistra in Germania che non vogliono essere come i nazisti ma si ritrovano a confiscare i prodotti israeliani”.
Alla domanda secca se è pronto a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele Salvini, sulle orme di Donald Trump, risponde sì. Stesso discorso sul Bds, che l’Europa dovrebbe condannare in quanto movimento antisemita. Ma non solo. Salvini chiede che l’Europa adotti sanzioni severe contro il regime degli ayatollah in Iran. Per farlo, però, sostiene il leader leghista, “abbiamo bisogno di un’Europa forte e libera, perché oggi siamo purtroppo ostaggi di interessi economici e pregiudizi di sinistra contro gli Stati Uniti e contro Israele”.
I rapporti tra Salvini e Israele
Matteo Salvini è sempre stato un sostenitore di Israele e, in particolare, del premier Benjamin Netanyahu, che aveva incontrato il 13 dicembre del 2018. In quell’occasione, si era registrata una delle prime fratture all’interno del governo gialloverde. Il leader della Lega aveva infatti definito il Partito di Dio libanese un movimento terroristico: “Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione”. Queste parole avevano provocato l’ira dell’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta: “Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area”.
In seguito all’uccisione mirata del generale iraniano Qassem Soleimani, Salvini si è schierato al fianco del presidente americano Trump dicendo: “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato Soleimani uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”.
Solamente tre giorni fa, Salvini ha organizzato un incontro in Senato, intitolato “Le nuove forme dell’antisemitismo”, in cui ha affermato che “chi vuole cancellare Israele ha in noi un avversario sempre” e ha chiesto che il Parlamento acceleri “l’approvazione del documento su come si identifica l’antisemitismo oggi”.
Come notava tempo fa Francesco Giubilei su IlGiornale, il leader della Lega è molto legato ai neoconservatori americani, in particolare alla galassia che ruota attorno a John Bolton: “I sostenitori di Salvini sono più al di fuori del governo piuttosto che al suo interno a partire dai leader tradizionali del movimento conservatore e dal gruppo di intellettuali legati all’area del national conservatism”.
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