Meloni suona la carica: “Un minuto dopo la vittoria alle regionali chiederemo ritorno alle urne”

Giorgia Meloni non placa la sua voglia di combattere: progressivamente appare sempre più battagliera e determinata nel portare a casa i punti fondanti del suo programma.

Nel mirino delle polemiche è finita anche la nuova legge elettorale: “Hanno partorito una bella proposta per far sì che siano sempre i partiti, accordandosi tra di loro, a decidere chi governa”. A suo giudizio riproporre il proporzionale “è scandaloso”. Appare evidente che gli avversari “vorrebbero un’eterna ingovernabilità per poter essere sempre al centro di tutto, contro la volontà dei cittadini”. Dicendosi “pronta alle barricate”, la leader di Fratelli d’Italia ha rivelato che dal centrodestra ora si aspetta compattezza anche su questo tema.

FdI è l’unico partito che non ha firmatari tra i richiedenti del referendum sul taglio dei parlamentari: “Per coerenza, abbiamo sostenuto questa riforma fin dall’inizio, non avevamo motivo di cambiare idea”. Inizialmente anche la Lega si era “astenuta”, ma poi ha aggiunto firme per tentare di accelerare il ricorso alle urne: “Sono certa che questo governo non riuscirà ad andare avanti, con o senza il referendum”. L’ex ministro per la Gioventù ha poi svelato la sua strategia futura: “Se dovessimo vincere in Emilia-Romagna e in Calabria, chiederemo immediatamente il voto”. Anche perché se la sinistra dovesse perdere la sua storica roccaforte “sarà evidente che la distanza è siderale”.

Caso Gregoretti

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente di Fratelli d’Italia è intervenuto anche sulla questione Gregoretti, definendola “una vicenda orrenda, indegna di una democrazia avanzata”. A suo giudizio Matteo Salvini ha agito “nel rispetto di quanto ha sempre dichiarato di voler fare con il consenso della maggioranza degli italiani, cioè opporsi all’immigrazione clandesitina”. Invece, per quanto riguarda il metodo, ha attaccato il Movimento 5 Stelle e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Se non erano d’accordo sulla politica dei porti chiusi, perché non l’hanno detto allora? Perché non si sono opposti per mesi al loro ministro ‘sequestratore’? Solo per interesse?”.

Il leader della Lega diversi giorni fa ha evocato la piazza, e ora la Meloni ha confermato di essere pronta a fare battaglia con l’intento di “denunciare una strumentalizzazione e perché se si violano le regole base del Paese una volta, e il diritto di un ministro di fare – nella legalità – quello che ha promesso agli italiani di fare, poi accadrà di nuovo”.

il giornale.it

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