È partito il “sardina tour” per strappare Roma alla Raggi
“Sardina amplifica sardina” . I sostenitori del movimento anti-Salvini, nato a Bologna e sbarcato a Roma lo scorso 14 dicembre, ieri hanno fatto un giro tra le principali piazze della Capitale su un pulmino preso in affitto così da entrare in contatto i simpatizzanti romani.
“Il tour è stato organizzato per conoscere le persone sul territorio. Ora bisogna andare in periferia e ascoltare”, spiega a Repubblica Aureliano Verità, una delle sardine presenti nel gazebo in piazza dei Sanniti, nel quartiere San Lorenzo, vicino al Nuovo Cinema Palazzo, una struttura occupata dal 2011. Il tour, iniziato alle 10 da piazza Risorgimento, ha attraversato vari punti della Capitale: Testaccio, Centocelle, San Lorenzo, Tor Bella Monaca e Cinecittà. Gli attivisti del movimento fondato da Mattia Sartori hanno lasciato una serie di sardine di cartone sui quali i passanti hanno potuto esprimere le loro idee e rimarcare l’opposizione ai decreti Sicurezza di Matteo Salvini. Decreti che, proprio come ha dichiarato Sartori da Roma, le sardine vorrebbero veder abrogati quanto prima. Ma le sardine vogliono di più. “Rivedere il concetto di sicurezza” era uno dei punti del manifesto distribuito nelle piazze nel corso dell’evento di ieri. Lo scopo delle sardine è sconfiggere l’astensionismo perché ” Il tempo del dire e del delegare è finito” ed “è arrivato il momento di agire”. “Vogliamo dare voce alle persone e abbiamo deciso di andare in periferia perché non possiamo sapere quali siano i problemi e le istanze di chi vive in luoghi che spesso neanche conosciamo”, spiega un’altra attivista, Sara Nazzari. Nessun intento di sostituirsi ai partiti tradizionali come il Pd, chiariscono subito. “Pensiamo sia importante esserci e far sentire le persone meno sole”, aggiunge Nazzari.
E, infatti, Nicola Zingaretti, con un’intervista rilasciata a Repubblica, ieri ha lanciato l’idea di fondare un ‘partito nuovo’, ossia di accantonare il Pd per dar vita a un soggetto politico aperto “alla società e ai movimenti che stanno riempiendo le piazze in queste settimane”. Un chiaro riferimento alle sardine, a cui manda a dire: “Rispetto la loro autonomia: ma voglio offrire un approdo a chi non ce l’ha”. Un partito nuovo che, come anticipa oggi il Corriere della Sera, dovrebbe chiamarsi ‘I Democratici’. Stesse persone, stessa impostazione, ma via all’obsoleta parola “partito”. Ovvero come cambiare tutto per non cambiare nulla.