“Il libro sul calciomercato è fascista”: l’Anpi prova a censurarlo
Un libro sul calciomercato può rappresentare apologia del fascismo? Sì, secondo Anpi.
L’ultima follia dei partigiani riguarda la presentazione, avvenuta venerdì sera a Bergamo, de “I segreti del calciomercato”, volume scritto dal giornalista Mediaset Paolo Bargiggia e pubblicato da Altaforte, casa editrice vicina a Casapound. Abbastanza per convincere l’Anpi bergamasca a chiedere al sindaco Giorgio Gori di annullare l’evento.
Per i partigiani, era inaccettabile che la presentazione potesse svolgersi nella Sala Galmozzi, dedicata a una vittima delle leggi razziali e membro del Cln. “Il fenomeno inquietante del neofascismo risorgente deve essere ostacolato con ogni mezzo lecito”, ha fatto sapere Anpi al primo cittadino della città lombarda, chiedendo di bloccare tutto.
Gori ha dato ragione ai partigiani, spiegando che “nessuna sala è stata concessa per l’evento” e che, in ogni caso, per vedersi assegnato un locale del Comune bisogna “dichiararsi contrari e lontani dai principi del fascismo”. Dunque, alla fine Altaforte ha dovuto spostarsi nella sala conferenze de La Cannoniera.
La presentazione del libro si è svolta alla presentazione di un rappresentante di Altaforte e, ovviamente, dell’autore. Proprio Bargiggia, interpellato da Libero, ha commentato la vicenda con parole durissime: “Sono i classici strumenti di una mafia o una camorra ideologica che usa l’ideologia come un manganello di oppressione per tappare la bocca, ridurre l’esercizio della democrazia e perseguire reati di opinione. Pratiche del genere sono degne di un regime, di un Paese totalitario, tipiche di chi dice di combattere il fascismo ma in realtà adotta logiche naziste. Con la sola differenza – spiega ancora il giornalista sportivo di Mediaset – che i nazisti bruciavano i libri, l’Anpi proibisce di presentarli”.
Ma Bargiggia ne ha anche per il sindaco di Bergamo: “Non pensavo che un uomo tutto ciuffo e cachemire, che si atteggia a imprenditore illuminato, potesse cedere a questa forma di oscurantismo”. Per poi concludere con ironia: “Il testo di Chiara Giannini vietato al Salone del Libro è arrivato alla terza ristampa, io spero di arrivare almeno alla seconda”.
Il riferimento di Bargiggia è al libro “Io sono Matteo Salvini” scritto dalla giornalista de Il Giornale, finito al centro delle polemiche per il fatto di essere stato pubblicato da Altaforte. Il volume doveva essere presentato al Salone del Libro di Torino, ma l’evento era stato annullato dagli organizzatori. Che, infine, avevano tolto lo stand alla casa editrice. Facendo così esultare partigiani e compagni.
il giornale.it