Tumore al polmone, nuova terapia per pazienti con mutazione del gene Egfr
Secondo le stime Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori) ogni anno si registrano 38.200 nuovi casi di tumore al polmone.
Essi rappresentano l’11% di tutte le diagnosi di cancro nella popolazione. Negli ultimi anni si è osservata una moderata diminuzione della sua incidenza negli uomini, ma un aumento nelle donne. Questa neoplasia, che tuttavia rimane una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati, si può sviluppare nelle cellule che costituiscono i bronchi, i bronchioli e gli alveoli ed è in grado di ostruire il corretto flusso dell’aria, oppure di provocare emorragie. Dal punto di vista clinico si è soliti distinguere due tipologie di tumore del polmone (insieme rappresentano oltre il 95% di tutte le patologie che colpiscono codesto organo): quello a piccole cellule detto anche microcitoma (10-15% dei casi) e quello non a piccole cellule (85% dei casi).
Il più importante fattore di rischio è rappresentato dal fumo di sigaretta. Nei fumatori, infatti, la probabilità di sviluppare il cancro è aumentata di circa 14 volte rispetto ai non fumatori, addirittura di 20 volte se si consumano più di 20 sigarette al giorno. Da non sottovalutare poi l’esposizione a cancerogeni chimici come l’amianto, il radon e i metalli pesanti che provocano la malattia soprattutto in quella parte di soggetti che vengono a contatto con queste sostanze. Aumentano altresì il rischio l’inquinamento atmosferico, la predisposizione familiare e i trattamenti radioterapici. Discorso a parte meritano i meccanismi che a livello molecolare portano allo sviluppo della patologia. Tra i geni coinvolti si ricordino: il p53, il p16, l’oncogene K-RAS, il p53 e l’RB1.
Nelle sue fasi iniziali, spesso, il tumore al polmone è asintomatico. Quando presenti, le manifestazioni più tipiche includono tosse che non passa o che peggiora nel tempo, presenza di sangue nel catarro, raucedine, dolore al petto, respiro corto. Ancora perdita di appetito e di peso, stanchezza, infezioni respiratorie (bronchiti e polmoniti) frequenti. La neoplasia può inoltre diffondersi per contiguità alle strutture vicine (pleura, parete toracica, diaframma), per via linfatica ai linfonodi o attraverso il sangue. In tal modo è in grado di dare origini a metastasi che colpiscono quasi tutti gli organi: fegato, cervello, reni, surreni, ossa, cute, milza e pancreas.
Come riporta Ansa.it i pazienti affetti da tumore al polmone in stadio avanzato non operabile con una mutazione a carico del gene EGFR, potranno beneficiare di una nuova arma terapeutica in prima linea, ovvero subito dopo la diagnosi. Si tratta della molecola osimertinib, rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale, frutto dei risultati dello studio FLAURA. La ricerca ha dimostrato un importante vantaggio in termini di sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da progressione della patologia. Altro aspetto da non sottovalutare è la sicurezza e la tollerabilità della molecola in questione.