Quel “circo Gregoretti” con gli show di dem e radicali Mettevano sotto accusa il premier e ora lo difendono
Il caso Gregoretti tra luglio e agosto dello scorso anno scatenò il teatrino mediatico della sinistra. Un circo di gente pronta a sparare a zero contro l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini e le sue decisioni.
I primi a puntare il dito contro il Capitano furono quegli stessi parlamentari che salirono a bordo della Sea Watch 3 di Carola Rackete, la comandante tedesca che con una manovra nel porto di Lampedusa urtò una motovedetta della Guardia di Finanza.
Il primo fu il deputato del Partito democratico Matteo Orfini: «Impedire lo sbarco dei naufraghi della Gregoretti non è solo un’offesa alla Guardia Costiera italiana e ai migranti, è un reato. Esattamente come per la Diciotti, si tratta di sequestro di persona. E tutto il governo ne è responsabile. Lo stesso disse Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana: «Mi aspetto che nelle prossime ore i ministri Salvini e Toninelli siano trattati per quello che sono, e cioè ministri che violano le leggi del nostro Paese e le norme internazionali, che sequestrano di fatto una nave della nostra Marina Militare e il suo equipaggio, che sequestrano un gruppo di persone la cui unica colpa è essere dei naufraghi. E con loro tutti coloro che gli hanno ubbidito finora».
Anche Riccardo Magi, di +Europa, parlò di violazione delle leggi: «Il ministro Salvini metta fine all’ennesima violazione della legge italiana oltre che delle convenzioni internazionali».
Graziano Delrio, capogruppo del Partito democratico alla Camera, attaccò: «La legge del mare è chiara. Gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia anche: salvare vite umane è un obbligo. Salvini la smetta con le sue ricette disumane e faccia il suo dovere: sbarcare immediatamente i naufraghi della Gregoretti e fare accordi in Ue per ricollocamenti».
Orfini all’epoca parlò di responsabilità di «tutto il governo». Oggi quei parlamentari sono gli stessi che appoggiano Conte, che gli fanno le fusa affinché alle prossime elezioni si candidi col Partito democratico. Magicamente le colpe del premier e dei Cinque stelle che ora governano coi dem sono state cancellate con un colpo di spugna e l’unico vero nemico dell’Italia è incarnato in Matteo Salvini. Quei deputati che salirono sulla Sea Watch 3 per la sinistra diventarono veri eroi. Alla faccia della sicurezza nazionale e della lotta all’immigrazione clandestina.
La verità è che i 116 migranti della Gregoretti furono assistiti nel migliore dei modi possibile e che quel «sequestro di persona» di cui è accusato il leader leghista non fu che l’attesa della risoluzione del caso. Perché sulla nave salirono ufficiali di polizia giudiziaria che verificarono lo stato di salute delle persone.
Ma la sinistra ha voluto farne un caso oltre ai venti giorni in cui la vicenda Gregoretti fu sotto i riflettori dei media nazionali e internazionali. Così il Capitano ora è in attesa e probabilmente finirà sotto processo di fronte a un Tribunale dei ministri composto, guarda caso, da tre giudici di Magistratura democratica, ovvero con idee di sinistra e sicuramente molto lontane da quelle di Salvini.
Di fatto i migranti rimasero sei giorni su nave Gregoretti (dal 25 al 31 luglio). Ma per chi continua ad accusare l’ex titolare del Viminale furono sufficienti per macchiarsi di un reato punibile con una condanna fino a 15 anni di carcere. Il perché sta in altre parole pronunciate all’epoca da Fratoianni: «Conte è forse in vacanza? Perché non agisce?». Conte c’era e sul caso Gregoretti lavorava al fianco di Salvini. Ma per una poltrona si nega anche l’evidenza e si va col Pd. E per interesse politico si difende chi prima si accusava di non fare nulla.
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