Libia, il generale Haftar invoca il jihad contro l’intervento turco
Ha fatto appello al jihad, cioè alla guerra santa. E lo ha fatto in un discorso pubblico, trasmesso dalla tv al Hadath.
Il che ha dato a quelle parole un peso non indifferente. Perché il comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), Khalifa Haftar, si è rivolto alla popolazione contro un eventuale intervento militare turco in Libia e durante il suo intervento ha chiesto una “mobilitazione generale”, esortando “tutti i libici” a prendere le armi: “Uomini e donne, militari e civili, per difendere la nostra terra e il nostro onore”.
L’accusa a Tripoli
Secondo quanto riportato dal discorso ufficiale del generale Haftar, la Turchia non nasconderebbe mire espansionistiche nel Paese: “Il nemico sta unendo le forze per invadere la Libia e schiavizzare il nostro popolo e ha trovato, tra i traditori, quelli che hanno firmato con lui un accordo di sottomissione, umiliazione e vergogna”. L’allusione, piuttosto esplicita, infatti fa riferimento all’accordo militare siglato alla fine di novembre tra Ankara e il governo di accordo nazionale di Tripoli.
“Contro il colonizzatore ottomano”
Haftar, ieri sera, sempre durante il discorso televisivo, ha poi dichiarato che la battaglia di Tripoli è diventata una guerra contro “un brutale colonizzatore ottomano”. E poi ha aggiunto: “La liberazione di Tripoli non è più in dubbio da parte del popolo libico, dalle sue forze armate e dal mondo, dopo che il terrorismo ha esaurito tutta la sua energia dal 4 aprile e ha sofferto per gli attacchi dolorosi subiti, perdendo la maggioranza dei suoi combattenti e attrezzature”.
L’avvertimento di Guterres
Intanto, secondo quanto riportato da Repubblica, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, avrebbe avvertito la Turchia (senza, però, farne esplicita menzione) dall’invio di truppe in Libia: “Qualsiasi sostegno straniero alle parti in guerra non farà che aggravare il conflitto e complicare gli sforzi per una soluzione pacifica”. In un comunicato, Guterres ha sottolineato anche che “le continue violazioni dell’embargo sulle armi imposto dal Consiglio di sicurezza non fanno che peggiorare le cose”.
Il documento Onu
In un recente rapporto, infatti, gli esperti Onu, incaricati di controllare l’applicazione dell’embargo (avviato a partire dal 2011), avrebbero rilevato violazioni sia da parte della Turchia (a favore del Governo di accordo nazionale), sia da parte di Giordania ed Emirati Arabi Uniti (a sostegno di Khalifa Haftar). “Un rigoroso rispetto dell’embargo è essenziale per creare un contesto favorevole alla cessazione delle ostilità”, ha dichiarato il segretario generale Guterres, il quale ha rinnovato l’appello “a un cessate il fuoco immediato in Libia e a un ritorno a un dialogo politico da tutte le parti”.
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