Paragone si scaglia contro il M5S: “Ha tradito gli elettori, questa è una truffa”
“Così il Movimento 5 Stelle non serve a nulla”. Gianluigi Paragone non nasconde la propria delusione per il mutamento dei pentastellati.
Il giornalista ora rischia di essere espulso dopo il voto negativo sulla manovra a palazzo Madama: “Ci proveranno, forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili”. Tra questi infatti vi è anche Fabiana Dadone, il ministro della Pubblica amministrazione che tra l’altro sarebbe una grillina morosa: “Non può essere ministro e probiviro insieme”. A quel punto si appellerà all’espulsione: “Se la prenderanno comoda”. E sarà chiamato in causa anche Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia: “Gli dirò che non è in grado di garantire tempi certi di giustizia neanche all’interno del Movimento”. Successivamente si è giustamente sfogato: “Se tutti quelli che non hanno pagato, come, invece, ho fatto io, hanno disatteso la regola della rendicontazione non verranno espulsi, allora vorrà dire che tutto questo è sulo una truffa”.
Durissima l’ennesima presa di posizione da parte del senatore, che ha fatto notare come il M5S ultimamente si sia “accucciato all’area progressista di questo Paese, mentre un’altra parte non sa di preciso dove andare”. Poi c’è anche una terza parte, a cui appartiene lui, che è rimasta alle radici “di nucleo politico antisistema che a mio giudizio stava meglio con la Lega perché insieme rappresentavano meglio le forze antisistema”. Per argomentare ha sollevato un esempio lampante: “Non ha visto come l’Europa si interfacciava con il precedente governo? E invece, guardi come parla a questo…”.
“Il Movimento ha rinnegato se stesso”
Paragone ha precisato di non volere un Movimento “organico alla destra o alla sinistra”, ma si limita ad osservare come “il sistema è riuscito tranquillamente a mettergli il guinzaglio e la museruola e che non considera più pericoloso, ma solo come una forza politica di passaggio”. Ma la rabbia del Paese è ancora tutta lì. Perciò non vede di buon occhio le sardine: “Sono prive di rabbia politica, hanno una narrazione poetica della politica che non può rispondere a chi vede che si tutelano ancora le élite e non chi lavora”.
Intervistato da La Nazione, il pentastellato ha trattato la questione relativa a Luigi Di Maio, a cui vanno attribuite le maggiori colpe per il tracollo dei 5S. Ma il ministro degli Esteri può contare su un pregio personale: “La sua forza sta nel fatto che la sua debolezza è comunque più forte della somma delle debolezze di tutti gli altri”. Il giornalista ha commentato sconcertato la doppia nomina di Azzolina-Manfredi ai Ministeri della Scuola e dell’Università: “Fa sorridere che proprio il Movimento, che era contro il poltronificio, alla fine abbia spacchettato il Miur in due solo per una questione di poltrone”. Effettivamente anche questo rappresenta “un paradosso rispetto a quello che era il Movimento alle origini”. Infine non si è sbilanciato sulla durata del governo giallorosso: “Può durare un giorno o tre anni, ma resta il fatto che il Movimento ha rinnegato se stesso. E io farò di tutto per metterli davanti a questo tradimento”.
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