Tassano pure la fortuna: dal 2020 aumentano le imposte sui giochi

Il settore giochi si sta rivelando essere una manna per le casse dello Stato. Quello che per molti cittadini è uno sfizio, o anche una vera e propria malattia per chi non si sa controllare, per l’Erario sta divenendo una fonte di introiti davvero notevole.

Come sottolinea Libero, in dieci anni lo Stato è passato dall’incassare 3 miliardi l’anno agli oltre 10 del 2018. Una cifra di notevole portata inimmaginabile fino alla liberalizzazione del settore, non portava a casa. Si stima che un italiano su due tenti la fortuna con uno dei tanti giochi messi a sua disposizione, come Gratta e vinci, lotterie e scommesse. In un anno vengono sborsati oltre 100 miliardi nella speranza di cambiare vita o, quanto meno, togliersi qualche piccolo sfizio.

Visto che il settore è in crescita e i soldi attorno ad esso sono tanti, ecco che entra in azione in governo che tenta di recuperare un altro po’ di denaro grazie alla Dea bendata. Prima aumenta del 60% la tassa sulla sorte e poi riduce di oltre il 10% il pay-out, la somma che per legge va destinata ai giocatori.

In pratica si pagherà di più per giocare e, in caso di vittoria, si incasserà meno. Si stima che le entrate a favore dello Stato possa aggirarsi intorno al miliardo di euro. Ma sarà proprio così che andranno le cose? I dubbi sono tanti. Anche perché si ipotizza che ci possa essere un calo di giocate. L’aggravio fiscale, infatti, potrebbe scoraggiare alcuni giocatori occasionali.

Ecco le novità sui giochi riassunte dall’agenzia specializzata Agipronews. Dal 1° gennaio 2020, il prelievo erariale sulle slot sarà fissato al 23,85% e salirà al 24% dal 1° gennaio 2021. Grazie a questo aumento nelle casse dello Stato 495,8 milioni di euro il prossimo anno e 510,3 milioni a partire dal 2021. Per le Videolotteries (VLT), la tassa sarà pari all’ 8,5% nel prossimo anno e salirà di un 0,1% dal 2021. Previsto un incasso di 135,4 milioni nel 2020 e 141,1 milioni per l’anno successivo. Dal 2020, invece, il pay-out sarà fissato al 65% per le slot e all’83% per le Videolottery.

Ma le brutte novità per i giocatori non finiscono qui. Dal prossimo 15 gennaio, la tassazione per le Videolottery è fissata nel 20% per la quota delle vincite eccedenti il valore di 200 euro. Il maggior gettito sarebbe pari a 355,7 milioni, mentre dal 2021 i maggiori introiti sono stimati in 362 milioni. Dal 1° marzo 2020, invece, si pagherà il 20% sulla parte di vincita che supera i 500 euro per Win for life, Win for life Gold, SiVinceTutto e per le lotterie nazionali ad estrazione istantanea come i Gratta e vinci.

Forti critiche arrivano da Assointrattemento, organizzazione di categoria che dal 2007 rappresenta gli operatori del gioco lecito, che ve negli aumenti delle tasse sula fortuna possibili ricadute negative sull’occupazione: “Si tratta del decimo incremento fiscale negli ultimi quattro anni, e del sesto negli ultimi dodici mesi. L’incidenza del margine lordo delle imprese diventa a questo punto superiore al 70%. Tenuto conto che la parte residua deve essere destinata a pagare le tasse ordinarie (Irpef, Ires, Irap, etc), le retribuzioni dei dipendenti, i contributi previdenziali ed ogni altro costo di gestione, questo significa che è stato superato il livello di sostenibilità”.

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