Checco Zalone e Fiorello disintegrano le accuse di razzismo al brano “L’immigrato”: «Non capite niente»
Checco Zalone e Fiorello “sparano” ai buonisti de’ noantri che hanno scatenato il putiferio per il brano L’immigrato. «Io non capisco come non si possa comprendere la satira e l’ironia di un artista così». Le polemiche sulla canzone scritta per il suo nuovo film Tolo Tolo, hanno fatto irruzione a Viva RaiPlay. I due grandi protagonisti dello spettacolo, con l’arma dello sberleffo, hanno disintegrato il politicamente corretto.
Checco Zalone e Fiorello contro i falsi buonisti
Già nel lancio del Tg1, mentre Fiorello annunciava gli ospiti di Viva RaiPlay, sono comparsi dietro di lui – impegnati in un accesso battibecco – Checco Zalone e Maurizio Bousso, l’attore che interpreta l’immigrato nel film e nel video della canzone. Con Bousso che gridava «razzisti» e Zalone che spiegava: «Voleva lo champagne in camerino e gli hanno fatto trovare il prosecco». E mentre Zalone sembrava impegnato a calmarlo, lui si lamentava anche dell’assenza dell’auto blu.
Subito dopo, Viva Rai Play è partita proprio con Checco Zalone e Fiorello seduti vicini: «Mi piace molto quello che stai facendo. Mi è piaciuta quella gag sul telefonino. Ah no, quello era Panariello. Mi sono piaciute pure le coreografie di Luca Tommassini», ha detto Zalone. E Fiorello imbarazzato ha risposto: «No, veramente non lavora a questo programma». Poi Zalone ha proseguito: «Io ho una faccia Mediaset, essere qui su Rai1 mi pare un miracolo, grazie». Fiorello lo ha interrotto: «Non siamo su Rai1, siamo su RaiPlay». A quel punto Zalone si è alzato e se n’è andato sdegnato: «Io devo lanciare il mio film e tu mi porti su RaiPlay. Non ci riempio nemmeno il cinema di Molfetta con questi…».
Poi il monologo di Fiorello sul voto inglese. Ma anche con accenni scherzosi all’indagine sugli scontrini dei dipendenti Rai a Sanremo («sopra c’era scritto paga Amadeus»). Simpatico il duetto con Anna Tatangelo («bellissimo averla qui mentre Gigi D’Alessio è su Rai1», ha scherzato Fiorello). È tornato in scena Checco Zalone, con Bousso che ha continuato a lamentarsi: «Dove mi hai portato? Questo è il terzo mondo. Io non vengo più». Fiorello ha opposto all’accompagnatore di Zalone, il suo “immigrato” chiamando Phaim Bhuiyan, il regista di Bangla che cura l’angolo degli esordienti a Viva RaiPlay.
Poi Fiorello ha chiesto a Zalone del nuovo film ma ha risposto Bousso («nato e cresciuto a Primavalle») raccontando la trama: «Sono quei lavori – ha commentato Zalone – che noi italiani non vogliamo più fare. E comunque il mio immigrato è molto più bello del tuo». I due hanno rilvaleggiato chiedendo ai due di mostrare la loro conoscenza della cultura italiana. «A te per fa ‘sta cazzata quanto t’hanno dato?». «’Na piotta». «Ma te fanno ride?». «No», è il dialogo tra i due mentre lasciano lo studio.
Zalone a quel punto ha annunciato di non voler tanto parlare di Tolo Tolo, che esce il primo gennaio. Ma «del prossimo film: uscirà tra 7 anni e segnerà un passaggio epocale perché smetterò di essere superficiale, qualunquista, cafone». «Starai ancora dietro la macchina da presa?», ha chiesto Fiorello. «No, di lato. Sennò è sessista». E dopo aver annunciato il titolo del film, che sarà La nostalgie du bidet, Zalone ha intonato in un un francese maccheronico il brano omonimo che accompagnerà il film. «Mademoiselle, mi vuoi fa’ cred che tu fai la docc’ a ogni pupù?». «Io non capisco come non si possa comprendere la satira e l’ironia di un artista così», ha concluso Fiorello all’uscita di Zalone.