“L’inchiesta sui voli blu? Vi spiego perché Salvini non rischia nulla”
La procura di Roma sembra essersi accanita nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per la questione dei voli di Stato effettuati quanto era a capo del Viminale.
Il leader della Lega, però, si mostra tranquillo e ribadisce di non aver mai usufruito dei mezzi in questione per motivi personali o per fare campagna elettorale. Il generale di Brigata in ausiliaria dell’Aeronautica Militare, Corrado Cicerone, spiega il perché Salvini non rischia niente. «È la normativa – chiarisce – a blindare l’ex ministro». Perché? «Ho gestito il trasporto aereo di Stato per circa 10 anni – racconta il generale – I voli di Stato devono essere limitati al presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei ministri e al presidente della Corte costituzionale. Dette personalità non compaiono sul sito della presidenza del Consiglio». Cosa che invece accade per i ministri.
«Il trasporto aereo di Staro – prosegue – è sempre disposto, secondo quanto previsto dall’articolo 1 comma 2 della direttiva PCM 23/09/2011 per conferire certezza dei tempi e celerità nei trasferimenti, per attendere più efficacemente allo svolgimento dei compiti istituzionali e per garantire il livello adeguato di sicurezza della personalità. Ogni forza armata e corpo armato dello Stato – dice poi – dispone in autonomo di velivoli, generalmente di tipo P180». E ancora: «Polizia e vigli del fuoco hanno in dotazione tale tipo di velivolo. La normativa per l’utilizzo di tali aeromobili è emanata dall’esercente tenendo in debita considerazione e riferendosi alle normative che regolano i voli di Stato. Nel momento in cui si effettua una richiesta di trasporto aereo, l’autorità richiedente deve giustificarne i motivi che devono necessariamente ossequiare le normative. Il trasporto deve rispondere ai criteri di economicità e impiego razionale delle risorse, previa rigorosa valutazione dell’impossibilità, dell’inopportunità o della non convenienza all’utilizzo di altro mezzo, pena la non concessione del trasporto». È quasi impossibile che si «scampi» ai controlli. Dopo le polemiche sul comportamento dei furbetti Renzi e Alfano, che presero i voli di Stato per andare in ferie o per fare campagna elettorale, c’è molta più attenzione.
«Premesso ciò – chiarisce Cicerone – e presa visione delle tabelle diffuse sui mass media dove per ogni singolo volo esiste un motivato impegno istituzionale e in considerazione di assicurare un adeguato livello di sicurezza a un ministro dell’Interno, credo che in un’epoca dove tutto risulta visibile approfittare di un trasporto aereo quando non ne ricorrono le premesse sia alquanto impossibile».
Salvini fece, secondo i dati diffusi durante il suo mandato proprio dal Viminale, 24 tratte coi voli di Stato e 19 coi velivoli della Polizia. Ma i controlli erano già serrati all’epoca, come confermato dal generale. Ecco perché l’ex ministro è tranquillo: la normativa è sempre stata rispettata e un rinvio a giudizio sarebbe «forzato».