Il governo mette in ginocchio le imprese e i negozi
L’adeguamento dei registratori di cassa alle nuove normative volute dal governo, l’abolizione di iper e super ammortamento, la scomparsa della cedolare secca del 21% sugli affitti dei negozi e gli effetti della plastic tax.
Quelli elencati sono soltanto alcuni dei macigni che i commercianti saranno costretti a portare sulle spalle a partire dal prossimo anno. E tutto a causa della scellerata manovra giallorossa, ricca di tasse e povera di provvedimenti sensati. Innanzitutto è scattato proprio in questi giorni il rush finale per consentire agli esercenti di dotarsi di un registratore di cassa elettronico capace di tracciare ogni operazione.
Dal registratore di cassa alla scomparsa della cedolare secca
La situazione è molto delicata perché i negozianti hanno intrapreso una vera e propria corsa contro il tempo per cambiare registratore di cassa. Ricordiamo che il governo prevede di sottrarre in questo modo all’evasione fiscale 1,2 miliardi di euro, una cifra già messa a bilancio per il 2020 dal dl 119/2018 collegato alla manovra dell’anno appena passato. La deadline? Il primo giorno di gennaio 2020.
Nel frattempo i deputati della Lega in commissione Finanze della Camera, sono letteralmente esplosi puntando il dito contro l’esecutivo giallorosso per la questione relativa all’iper e al super ammortamento, sempre più simile a un credito d’imposta: “Dal governo delle tasse ennesimo attacco alle imprese, piccole e medie, artigiani e commercianti. Abolito iper e super ammortamento, trasformato in un credito di imposta, ridotto a meno della metà il beneficio fiscale. Ulteriore colpo agli investimenti, alla crescita economica e al sistema delle imprese”, hanno fatto sapere Alberto Gusmeroli, Massimo Bitonci, Giulio Centemero, Laura Cavandoli, Silvia Covolo, Francesca Gerardi, Alessandro Pagano, Paolo Paternoster e Leonardo Tarantino.
Non è finita qui, perché i commercianti dovranno pure sorbirsi la scomparsa della cedolare secca al 21% sugli affitti dei negozi. Le conseguenze di una simile mossa saranno deleterie per gli stessi esercenti, che a partire dal 2020 saranno costretti a subire una mazzata tra capo e collo. Senza cedolare, prevista per i contratti stipulati nel 2019, il proprietario dell’immobile è infatti soggetto all’Irpef, comunale Irpef. E ancora: all’addizionale regionale Irpef, all’imposta di registro e la patrimoniale Imu-Tasi.
La ciliegina sulla torta: la plastic tax
La ciliegina sulla torta? La plastic tax, la tassa sulla plastica voluta dal governo per sposare una svolta green, ma che in realtà va a colpire solo commercianti e clienti. Dopo lo slittamento della nuova imposta a luglio e l’abbassamento dell’imposta da 1 euro a 50 centesimi da pagare per ogni chilo di plastica utilizzata da parte dei produttori di un bene (fatto salvo casi specifici), nell’aria aleggia un ulteriore abbassamento. In ogni caso a rimetterci saranno sempre loro: le imprese e i negozi.
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