Il Pd si riprende Raiuno col placet dei grillini Incontro in hotel tra Gabanelli e il leader M5s

Ieri l’ultimo passaggio in Commissione vigilanza Rai del piano industriale che dovrà traghettare la Rai verso la riorganizzazione totale.

Domani nel Cda interno all’azienda di Stato dovrebbero arrivare le nomine dei manager che saranno i responsabili della rivoluzione da attuare nei prossimi mesi. Il condizionale è d’obbligo visto che le nomine sono state annunciate da settimane, ma più volte rimandate perché le diverse anime politiche non riuscivano a trovare la soluzione del puzzle per accontentare tutti: soprattutto dopo il cambio di maggioranza al governo. Comunque, se l’amministratore delegato Fabrizio Salini – che ieri ha sottolineato che se la quota del canone per la Rai diminuirà ancora il piano sarà difficilmente attuabile – domani annuncerà le sue scelte, cambieranno i direttori ai vertici delle tre reti principali. Invece, pare, resteranno in sella quelli dei telegiornali, almeno del Tg1,Tg2 e Tgr. Perché su queste caselle, su cui si scatenano gli appetiti dei partiti, non c’è accordo politico e, dunque, metterci mano, con effetto domino, bloccherebbe tutto il resto.

La differenza rispetto al passato di queste nomine è dovuta all’avvio del nuovo piano industriale. Nella fase di transizione per portare il piano a regime i nuovi direttori gestiranno le reti in attesa di diventare responsabili dei nuovi macro-generi. A quel punto a capo delle reti praticamente svuotate di poteri, ci saranno dei channel manager. Dunque, ecco il toto nomine circolato in via ufficiosa, e tutto va verificare. La poltrona di Raiuno lasciata libera da Teresa De Santis, nominata in quota gialloverde e attaccata da più parti per il calo degli ascolti, dovrebbe andare a Stefano Coletta, in arrivo da Raitre, caro alla sinistra e non inviso ai 5 Stelle. A lui sarebbe poi affidato il macro genere «intrattenimento di prime time». Per Raidue al posto di Carlo Freccero in pole position c’è Marcello Ciannamea, attuale responsabile coordinamento palinsesti. Calano le possibilità di Ludovico Di Meo, vicino all’area Fratelli d’Italia, che potrebbe però aggiudicarsi un macro genere come «l’intrattenimento day time». A Raitre se la giocano Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura e Maria Pia Ammirati, direttrice Teche Rai. La battaglia vera, comunque, si gioca sul macro genere «approfondimento», che racchiude i programmi giornalistici all’infuori dei tg: quotazioni alte per Antonio Di Bella, che raccoglie consensi ad ampio spettro, ma si è fatto anche il nome dell’ex dg Mario Orfeo, più probabile in arrivo al Tg3. Al posto di Di Bella a Rai News si fa il nome di Giuseppina Paterniti in uscita dal Tg3. Ma sopra tutte queste caselle ce ne sono due ancora più «macro», il coordinamento editoriale dei generi e la distribuzione-palinsesti: in una delle due potrebbe arrivare l’ex direttore di Raiuno Angelo Teodoli. Tutto ciò, come detto a meno di sorprese: ieri Milena Gabanelli ha incontrato Luigi Di Maio, come riportato dall’Huffington Post. E si sa la giornalista, uscita in polemica dalla Rai, è stata sempre cara ai 5 Stelle

il giornale.it

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