Omicidio Santa Scorese, la sorella: “Le negarono la scorta”
Santa Scorese era una ragazza molto vicina alla religione. Studentessa ed attivista cattolica, fu uccisa solamente per non aver corrisposto l’amore malato del suo stalker, Giuseppe, il quale pose fine alla vita della giovane il 16 marzo 1991 a Palo del Colle (Bari).
La giovane aveva denunciato puntualmente minacce, persecuzioni e molestie da parte del suo aguzzino. Erano tuttavia altri tempi, in questura erano impotenti; all’epoca non era stata ancora introdotta la legge contro lo stalking, che entrò in vigore solamente nel 2007. Dopo le denunce, a Santa venne risposto con tali lapidarie parole: “Mica possiamo darle la scorta”. Negli ultimi anni l’omicidio di Santa Scorese è un tema nuovamente dibattuto dall’opinizione pubblica, in quanto è in atto un processo di beatificazione da parte della chiesa cattolica nei confronti della 23enne. Intervistata da FanPage, Rosamaria, sorella di Santa, ha parlato del martirio terreno di quest’ultima.
Santa Scorese, uccisa a soli 23 anni: parla la sorella
Mariarosaria Scorese ha descritto la sorella Santa come una ragazza che aveva risposto alla chiamata da parte della fede. Purtroppo, non è dato sapere cosa sarebbe divenuta la donna: forse una laica attivissima o forse una missionaria in Africa. La cosa certa è che Santa era davvero una ragazza ispirata. Come ha ricordato Rosamaria nel corso dell’intervista, ha raccontato di come Giuseppe notò casualmente Santa per strada, la seguì e da allora iniziò un perverso circolo vizioso che ebbe fine con la morte della 23enne. Lo psicopatico iniziò una serie di persecuzioni e molestie ai danni di Santa.
Giuseppe le scriveva continuamente bigliettini a sfondo sessuale e religioso, la pedinava e chiedeva informazioni ai vari amici e conoscenti della ragazza sul suo conto. Santa, spaventata per gli atti di stalking, dovette ridursi, ha dichiarato Rosamaria, a farsi accompagnare all’università dai genitori per sentirsi più sicura. Dalle parole della sorella della 23enne si viene a sapere come il suo killer, Giuseppe, soffra di un disturbo schizofrenico paranoide. Al suo tempo aveva tentato di far parte di un gruppo vocazionale, ma fu allontanato, molto probabilmente a causa della sua delicata situazione psichica. Alla domande del perché avesse scelto proprio Santa come sua preda, Rosamaria non ha saputo dare risposta alcuna; sitratta di un “grande interrogativo per tutti”.
Volendo dare una lettura in chiave religiosa sull’accaduto, Rosamaria ha dichiarato che forse è tutta colpa del male che si è annidato nella mente di un uomo inconsapevole. Inutili le denunce presentate in questura, in quanto all’epoca le minacce da parte di Giuseppe potevano essere considerate reato contro la morale, ma non contro la persona. Santa una volta ebbe la seguente risposta da parte di due magistrati: “Signorina, piccolina com’è se avesse voluto farle del male lo avrebbero già fatto, mica possiamo metterle la scorta” ,
Ma il male alla fine Santa lo ricevette eccome. Il 16 marzo 1991, Santa venne aggredita da Giuseppe, il quale si avventò sulla giovane scaricando tutta la sua furia e frustrazione con 14 coltellate. L’omicidio avvenne sotto il portone di casa della Scorese. Nel corso del processo, Giuseppe fu dichiarato incapace di intendere e di volere e adesso è un uomo libero. Ha dovuto solamente scontare 10 anni in comunità, a poca distanza dall’abitazione di Rosamaria e della sua famiglia. La sorella di Santa ipotizza che Giuseppe sia stato sottoposto solamente ad una terapia farmacologica e poi liberato. La donna ha confessato: “Non ci sentiamo in pericolo per noi stessi, ma per le altre donne. Per questa bomba a orologeria che potrebbe esplodere da un momento all’altro”.
il giornale.it