Sanzioni più leggere e niente confisca immediata delle navi: così i giallorossi salvano le Ong

Lo schema per smontare pezzo per pezzo i due decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini sarebbe già pronto e potrebbe arrivare a Palazzo Chigi entro fine anno.

Ad annunciarlo è lo stesso ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, all’indomani della nuova iscrizione del leader leghista nel registro degli indagati della procura di Agrigento con l’accusa di sequestro di persona per il caso Open Arms.

Ora che il Viminale ha fatto pace con le Ong, il nuovo ministro si prepara ad operare un taglio netto con il passato. Non che la scelta non sia stata dibattuta. Quello dell’immigrazione è uno dei dossier che divide la maggioranza, con il Pd che vorrebbe una vera e propria inversione di rotta rispetto alla linea dell’ex titolare dell’Interno e il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che assieme al premier Giuseppe Conte, vota per mantenere la linea dura dell’esecutivo precedente.

La Lamorgese, da tecnica, si è appellata allora ad una figura super partes. Le modifiche ai decreti Salvini, riferisce Il Messaggero, verranno operate sulla base delle riserve espresse dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al momento della promulgazione dei due provvedimenti. Il Quirinale aveva mostrato perplessità su diversi aspetti. A partire da quello della multa a sei zeri per le imbarcazioni che invadono le acque territoriali italiane. Le sanzioni ora potrebbero essere ridimensionate dal nuovo esecutivo, come era previsto nella prima stesura del decreto sicurezza bis. Si parla di una multa che arrivi al massimo a 50mila euro.

Tra le modifiche ci sarebbe anche quella relativa alla confisca delle navi, che potrebbe essere prevista d’ora in poi soltanto nel caso di reiterazione del reato. Come aveva osservato proprio il capo dello Stato, inoltre, potrebbe essere reintrodotto il principio della “discrezionalità” del magistrato o del pm nel giudicare la “gravità” del reato commesso in caso di resistenza, oltraggio o violenza a pubblico ufficiale. Il nuovo testo, che potrebbe arrivare in Parlamento nel 2020, potrebbe contenere anche un richiamo agli “obblighi costituzionali e internazionali dello Stato” sul salvataggio delle vite umane in mare.

Insomma, l’appello delle Ong ricevute lo scorso ottobre al Viminale dal ministro Lamorgese sembra essere stato accolto. “Ci auguriamo che questo incontro segni l’inizio di un’interlocuzione continuativa, concreta e trasparente, basata sulla realtà dei fatti e sull’urgenza di risposte efficaci” e il superamento del clima di “criminalizzazione dei soccorsi in mare”, avevano chiesto i rappresentanti di Medici Senza Frontiere, Mediterranea, Open Arms, Pilotes Volontaires, Sea Eye, Sea Watch e Sos Mediterranee.

Dura, invece, la reazione della Lega che si dice pronta alle “barricate” se i decreti sicurezza venissero convertiti in norme “filo-ong, contro le donne e gli uomini in divisa”. “Il Viminale è allo sbando”, accusano gli ex sottosegretari leghisti all’Interno Stefano Candiani e Nicola Molteni. La Lamorgese, secondo loro, dovrebbe preoccuparsi piuttosto di “trovare i fondi per le Forze dell’Ordine”.

il giornale.it

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