La farsa Di Maio: è l’unico ministro degli Esteri che trova ogni scusa per non andare all’estero
Di Maio e lo strano caso di un ministro degli Esteri che annulla viaggi all’estero. In compenso gira per l’Italia. Più che strano scandaloso. Ma che ministro è? Il servizio de Linkiesta fotografa il momento folle di Di Maio. Terrorizzato dalla polveriera del suo movimento; assediato dal caso Ilva; diviso dal resto della sgangheratissima maggioranza su tutto: Quota 100, ius soli, regionali in Emilia Romagna. Momentaccio. Che fare? Allontanarsi da Roma diventa pericoloso, imprudente. Così cerca scuse per non fare i compiti da ministro degli Esteri. Normale, no? Ha annullato la sua partecipazione alla riunione dei ministri degli Esteri del G20 in Giappone per venerdì 22 e sabato 23 novembre. “Ufficialmente, per occuparsi di quanto sta accadendo a Venezia, anche se non è chiaro in che modo”. Tanto più che il peggio per la città lagunare sembra ormai alle spalle.
Di Maio non riesce a indossare l’abito troppo grande per le sue spalle. Dopo il primo mese alla Farnesina aveva già chiesto ai suoi collaboratori di sfoltire il più possibile l’agenda da incontri internazionali. Che seccatura fare il ministro degli Esteri. Ecco nelle mani di chi sta l’Italia. In Giappone Di Maio spedirà la viceministra Elisabetta Del Re. Rientrerebbe in una nuova strategia di comunicazione del Movimento 5 Stelle, come ha spiegato all’agenzia Agi.
Insomma, è scandaloso. Che aspetta Conte a cacciare uno che ha come desiderio primario «Tornare tra la gente, sul territorio, per ascoltare i militanti. Perchè il vero Movimento è la base, non quello che sta chiuso nei palazzi», ha spiegato il leader grillino, che teme di essere cacciato dai suoi a furor di popolo. Ha deciso di dedicare il suo tempo a «riprendere le redini del Movimento». Per cui ogni week end Di Maio – si apprende da rumors – vorrebbe visitare una regione. Certo uno strano caso per un ministro degli Esteri.
La rinuncia all’incontro in Giappone è ridicola. Un neo ministro degli Esteri dovrebbe come prima cosa formarsi e consolidare i contatti internazionali. Altrimenti, meglio dimettersi. E’ patetico poi l’atteggiamento degli alleati del Pd, che fingono di non vedere l’assurdo. Dopo averlo vituperato in tutti i modi, dopo l’alleanza addirittura lo elogiano: «Studia molto i dossier», diceva un deputato del Pd. Che poi ha aggiunto un particolare inquietante: «Certo, gli mancano i numeri di telefono che durante le crisi internazionali possono essere molto utili». E hai detto niente… Che farsa, che pena per l’Italia.