Ecco chi c’è (davvero) dietro al movimento delle “sardine”

#6000sardine, #bolognanonabbocca e #emiliaromagnanonsilega: sono gli hastag usati dai quattro ragazzi bolognesi che hanno organizzato il flash mob che ha portato migliaia di persone contro Salvini in piazza.

Ma chi sono davvero? LeSardine non si schierano in modo esplicito anche se è chiaro contro chi si muovono. Mattia Santori, uno dei “leader” del neonato movimento, spiega: “Non pensiamo a candidature per le regionali. Il nostro è un messaggio di sostegno alla politica ed è rivolto ai cittadini. È un dito puntato contro noi stessi. Basta criticare e non fare nulla. Siamo degli anti-criticoni”. I giornali progressisti hanno incensato il movimento e l’iniziativa, indiscutibilmente di successo, sottolineando la presunta natura “apolitica” di un movimento che nel momento stesso in cui individua un “nemico” (Matteo Salvini) fa politica (eccome) e con obiettivi chiarissimi.

Certo, è un’iniziativa “politica” intesa in senso movimentista ma per questo non “partigiana”. È la sinistra “movimentista”, riflesso della politica dell’identità, perfettamente organica al campo dem, che tenta di dare una scossa ai progressisti che oggi, come mai era accaduto prima, temono di perdere la Regione rossa per antonomasia. Il centro nevralgico del potere del Partito democratico. Tutto perfettamente legittimo, ma ci vuole un bel coraggio nel dire che questo sedicente “movimento” non abbia proprio nulla a che fare né a spartire con i democratici, come sospettano anche in casa Lega. “In realtà – spiegano al Corriere della Sera fonti leghiste -l’iniziativa è assai meno apartitica di come la si vuole presentare, nasce dall’ispirazione di un assessore comunale”. Come riporta Libero, non si fanno nomi, anche se qualcuno sospetta si riferiscano a Matteo Lepore, tra i primi ad aderire alla manifestazione, insieme ai parlamentari emiliani del Pd Andrea De Maria e Luca Rizzo Nervo, senza dimentica Davide Di Noi (giovane leader dem) e Luigi Tosiani, segretario dei dem bolognesi, e l’esponente di Emilia-Romagna Coraggiosa, la lista di sinistra che sostiene il bis del governatore Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Roberto Morgantini delle Cucine popolari.

Sui social, gli organizzatori del movimento non fanno mistero della loro affinità politico-ideologica con il Partito democratico. In un post del 7 settembre scorso, per esempio, Mattia Santori, promotore delle Sardine – insieme a Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea garreffa – mostra un spensierato apprezzamento per l’operato del segretario dem Nicola Zingaretti, pur non essendo iscritto al partito, definendo peraltro dei “pagliacci” gli avversari: “17 giorni per fare un governo (contro i 90 del governo del cambiamento); spread a 148 (contro i 320 dei pagliacci che proponevano Savona all’economia); un ministro dell’Interno che non usa i social network; all’economia un politico dopo 8 anni di tecnici; Salvini che da gradasso diventa lo zimbello d’Italia; centrosinistra unito da Renzi a Bersani (o meglio, da Grillo a Bersani). questo Zingaretti non se la cava malaccio…”. Nei commenti, in risposta a chi storceva il naso verso il segretario dem, pubblica poi un articolo de Il Manifesto dal titolo eloquente: “Prima o poi dovremo fare l’elogio di Zingaretti”.

In un altro post del 7 agosto, prende le difese dell’ex premier Romano Prodi e rivendica il buon governo del Partito democratico in Emilia: “Ve lo dico ora che l’Emilia Romagna è tra le regioni meglio amministrate d’Europa, che Bologna è ancora la patria dell’integrazione e della cultura. Ve lo dico ora in tempi non sospetti: il nemico che ci troviamo di fronte è forte, è ricco, senza scrupoli e soprattutto gioca sporco. Ricordiamocelo ogni volta che troviamo il pelo nell’uovo, che giochiamo a fare i radical chic della “sinistra è un’altra roba”, o che ci uniamo ai cori contro il PD o contro i centri sociali diventando parte di quella retorica costruita ad hoc da chi vuole pulirsi il culo con i nostri valori”. Il 2 agosto 2018 condivide addirittura un post del presidente piddino Stefano Bonaccini che parla dell’Emilia Romagna come “locomotiva del Paese”. E non meno schierata e di parte è la giovane Samar Zaoui, leader delle “sardine” modenesi, vicina a La sinistra.

Altro che novità dirompente, dunque: per la sinistra l’era della politica movimentista non è mai finita: dai girotondi di Nanni Moretti al Popolo viola passando per il movimento femminista Se non ora quando, il filo conduttore è manifestare sempre contro qualcosa o qualcuno, che sia Silvio Berlusconi o Matteo Salvini poco importa, facendo largo uso di una retorica tipicamente “populista” che ai giornaloni di sinistra evidenemente sfugge, fatto di manicheismo ideologico, settarismo, ed emotività di massa.

il giornale.it

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