Ma piazza Maggiore non era San Giovanni. Cari compagni, pensate al lavoro, non alle sardine

Dal caviale alle sardine. Ormai questa sinistra cerca leader su Facebook. I suoi capi e sottopancia sono impazziti per piazza Maggiore contro Salvini. Lunedì si replica a Modena, poi chissà dove e pensano che quella sia la password – restiamo in tema social – per resettare il sovranismo dilagante. Basta un po’ di clamore mediatico e come con gli spinaci per Braccio di Ferro, a loro sono sufficienti i magnifici quattro che chiamano la piazza bolognese.

Zingaretti ne sta facendo una malattia. Se perde l’Emilia Romagna – pure l’Emilia Romagna – si sente male. E se vince non comprende che è una regione su venti. La pacchia non ricomincia così.

Pensate alle sardine stipate nelle acciaierie

Anche perché nel frattempo, il doppio delle sardine che stavano stipate nella più grande acciaieria d’Europa, a Taranto e altrove, le state inscatolando per gettarle al macero con i licenziamenti. Vi beate di una piazza di settemila metri quadrati scarsi e dimenticate i cinquantamila mq di piazza San Giovanni. Siamo di fronte ad una crisi occupazionale che non ha davvero precedenti e voi vi gingillate con calcolatrici arrugginite da troppe elezioni andate a male.

Assieme a Repubblica, si arrampica anche qualche grillino ad accalappiarsi quella gente, tipo Roberto Fico, e sempre di sinistra si tratta. Volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, si accontentano delle sardine. Grande rispetto per chi va in piazza a manifestare legittimamente, ma qualche parole sui centri sociali che sfasciano le città e qualcos’altro non la dite mai? Le violenze contro la destra rientrano nella vostra normalità? Le persone che hanno affollato il PalaDozza ad ascoltare il leader della Lega devono essere eliminate?

Delegittimare il nemico con le truppe altrui

Ogni tanto a sinistra hanno bisogno di Nanni Moretti che cerca qualche motivo per spianare loro la strada. Ma ormai dovrebbe servire la lezione del passato. Eppure insistono come sempre: contro, contro, contro. E’ il nemico che dobbiamo abbattere, non ricostruire una Nazione in difficoltà enorme. E questo è il limite del Pd e dei suoi litigiosi satelliti. I girotondi che nacquero allora furono accolti dagli stessi battimani di oggi. Poi venne la stagione dei forconi. Che fine hanno fatto costoro? Sono serviti solo a gonfiare inevitabilmente le vele dei Cinquestelle, che pure cominciano a deludere.

Quelli come Fico e Zingaretti dicono già di amare le sardine perché il loro obiettivo è sempre lo stesso: delegittimare il nemico, senza truppe proprie. Oggi tocca a Salvini come ieri a Berlusconi e magari domani a Giorgia Meloni. Ma un programma? Uno straccio di idea per il nostro popolo? Governate, i Cinquestelle, da un anno e mezzo. Il Pd ora da pochi mesi e un’eternità prima dei gialloverdi. Riuscite a partorire qualcosa di utile per l’Italia o il vostro problema resta sempre e solo quello di combattere l’avversario e chi se ne frega di quel che può succedere?

Lo scandalo è l’assenza di visione per l’Italia. Applaudite pure Mattia e Roberto, Giulia e Andrea, i quattro ragazzi che hanno mobilitato piazza Maggiore e che farebbero bene a restare con i piedi per terra. Sono stati bravi. Ma poi? Oltre che dire no a chi odiano – perché questo è il sentimento che emerge – dove sta la proposta? Ah già, Bella Ciao. Ma non è una novità.

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