Da Bibbiano alla regione Lazio. M5s e Zingaretti governano insieme ma si denunciano a vicenda (video)
Povero Zingaretti… Si fanno male, si denunciano, si arrestano da soli: la compagnia Pd-Cinquestelle sta diventando, oltre che dannosa, esilarante.
Al tempo in cui Luigi Di Maio fingeva di accusare il Pd per i bambini di Bibbiano, Zingaretti rispose – disse, ma non si sa se lo fece davvero – con una querela. L’onore del Pd, prima di tutto. Segretario, ce la fa leggere? E’ stata per caso archiviata? O l’avete ritirata di gran carriera? Peggio ancora: non l’avete presentata affatto?
Barillari denuncia Zingaretti alla magistratura
Nel frattempo, il segretario del Pd viene trafitto come governatore. Perché Davide Barillari, consigliere pentastellato alla Pisana, della categoria degli irriducibili, ha a sua volta denunciato il compagno di governo (nazionale) di Di Maio. Lo denuncia per falso (video qui) e non sarà una cosa da sottovalutare. E che tra l’altro infastidisce non poco Nicola Zingaretti, molto sensibile al tema.
Ecco che cosa succede. Come nella scorsa legislatura, il governatore frequenta molto poco l’aula del consiglio regionale. Ma manda sempre il solito pezzo di carta in cui dichiara l’assenza per motivi istituzionali (nella foto la poltrona vuota del governatore). Il che comporta che Zingaretti sia conteggiato come presente ai fini del numero legale. E per una maggioranza che viaggia potenzialmente con 26 voti contro 25 – perché un consigliere del centrodestra è passato da qui a lì – non è poco. E’ alterazione del voto dell’assemblea.
O fa il governatore del Lazio o il segretario del Pd
Barillari è andato a verificare quali sono gli impegni istituzionali del presidente della regione. E nella denuncia ha descritto quante volte invece le assenze di Zingaretti hanno coinciso con i suoi impegni di partito in giro per l’Italia. Che con le istituzioni c’entrano come i cavoli a merenda. Ecco perché l’accusa di falso in atto pubblico, che si potrebbe anche estendere all’ufficio di presidenza del consiglio regionale.
Anche noi ne scrivemmo: fare insieme il governatore del Lazio e il capo del Pd è fatica improba. Il dono dell’ubiquità non lo può garantire nessuno ed è il motivo che da tempo ci sono voci che invitano Zingaretti a scegliere: o una cosa o l’altra.
Nick nicchia. Ma stavolta ci sarà un magistrato chiamato a valutare e probabilmente non gli basteranno i suoi venticinque voti (più uno)