“Tricolore ci fa schifo, è fascio”. Leghista minacciato in aula alla Sapienza
“Mi hanno cacciato da un’aula dell’Università, solo perché guardavo alcune fotografie sui caduti di Nassiriya”. In tempi di commissioni contro l’odio e lezioni (improprie) di democrazia, succede anche questo: che uno studente venga invitato ad abbandonare uno spazio “autogestito” della Sapienza di Roma solo perché nella sua vita ha avuto la malaugurata idea di sposare le battaglie politiche della Lega.
I fatti risalgono a ieri mattina. Sono circa le 10 al dipartimento di Scienze politiche. Bryan Perfetto, studente e coordinatore della Lega giovani a Pescara, entra nell’aula professori autogestita. “Sono andato lì per prendere degli appunti con un’amica”, racconta al Giornale.it. Niente di politico dunque. Normale amministrazione studentesca. A un certo punto, però, Perfetto prende in mano il cellulare per condividere una storia sulla strage di carabinieri in Iraq. In fondo ieri era l’anniversario dell’attentato terroristico. A quel punto “si avvicina uno dei centri sociali” e lo “interroga insistentemente” sul contenuto delle fotografie. “Mi dice: ”Quella è roba da fascio, a me il Tricolore fa schifo, non me ne frega un c… del Tricolore'”, racconta il leghista. L’atmosfera si scalda. Alcuni dei presenti sanno che Perfetto ha un ruolo nel Carroccio e non glielo perdonano. “Lo sappiamo che sei un coordinatore della Lega – afferma qualcuno – Voi fate morire la gente e ti permetti di venire qui dentro?”.
L’aula autogestita non è nuova ad episodi discutibili. Nei giorni scorsi i media avevano rivelato slogan e insulti (“Merde”) contro la polizia appesi sui muri della stanza “occupata”. In un post del 27 ottobre sulla pagina ufficiale dell’aula professori dell’ateneo romano, i responsabili rivendicano che “gli spazi autogestiti” servono “per incontrarsi, discutere e sviluppare sapere critico e collettivo”. Sono insomma luoghi “liberi e inclusivi”, ma evidentemente non per tutti. È esclusa ogni forma di “pensiero razzista e suprematista” e, a quanto pare, pure agli esponenti del Carroccio. Lo spazio è talmente “solidale” e “inclusivo” che nel mezzo della discussione tra Perfetto e i suoi accusatori, c’è anche chi velatamente lo minaccia. “Una delle ragazze che era lì dentro – spiega il leghista – mi ha detto: ‘Tu devi stare attento: nel 2019 uno della Lega deve stare attento'”.
Per evitare che la situazione degeneri, Perfetto se ne va, non prima però di ribattere che “essendo in un’aula studenti autogestita e libera” in teoria ogni studente dovrebbe avere “il diritto di accedervi e studiare a prescindere dalle proprie idee politiche” e che “con questo atteggiamento si stavano dimostrando antidemocratici”. Anche altri studenti provano a spiegarlo ai colleghi anti-Carroccio, ma neppure la logica li fa demordere. “Mi hanno ripetuto più volte che ‘uno della Lega non deve entrare in un aula politicamente schierata’”. Il motivo? Chi appoggia Salvini “è per forza fascista e razzista”. Alla faccia dell’inclusività e della libertà di espressione.
Al fianco dell’esponente abruzzese “insultato, minacciato e cacciato” si è schierato anche l’onorevole Luca Toccalini, coordinatore federale della Lega giovani. “Chiederemo un incontro al Rettore – dice – L’università è di tutti, non di qualche gruppetto politicizzato che la confonde troppo spesso per un centro sociale”. Dopo le tensioni contro Fausto Biloslavo a Trento, la storia si ripete. “È inammissibile che nel 2019 uno studente non possa sentirsi libero di esprimere le proprie idee politiche e personali in un’università dello Stato italiano”.
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