“Roma sta con Salvini”: magliette verdi in piazza contro i radicali chic anti-italiani con le magliette rosse (Video)
Oggi a Roma una manifestazione delle “magliette verdi” in sostegno del ministro Matteo Salvini e contro gli estremisti razzisti contro il popolo italiano con le magliette rosse: “Oggi abbiamo messo le magliette della Lega per dare una risposta ai radical-chic, ai vari Saviano e Boldrini, che ogni giorno attaccano il nostro ministro”.
Al grido di “Roma sta con Salvini”, gli irriducibili romani del Ministro dell’Interno scendono in piazza. Sono arrivati da tutti e 15 i municipi della Capitale, portando con sé bandiere, fratini, cappellini e braccialetti, tutto rigorosamente griffato Lega.
E si sono dati appuntamento in piazza Re di Roma, a due passi dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, per fare quadrato attorno al loro leader. “Un gesto di vicinanza e sostegno”, spiega Andrea Liburdi, coordinatore romano del Carroccio, “per rispondere ai vergognosi attacchi di queste settimane”. E così, dopo le magliette rosse di don Ciotti, accorse in piazza dell’Immacolata per fermare “l’emorragia di umanità”, arrivano quelle verdi. Pronte a difendere “incondizionatamente” l’operato del neo ministro dagli “attacchi della sinistra immigrazionista”. “Oggi abbiamo messo le magliette della Lega per dare una risposta ai radical-chic, ai vari Saviano e Boldrini, che ogni giorno attaccano il nostro ministro”, spiega Andrea, il più giovane del gruppo. Giuditta, arrivata qui dal VII municipio, è infuriata e mi dice: “Guarda che io dico le cose come stanno, eh?!”. Anche lei ha il dente avvelenato con l’autore di Gomorra e con l’ex presidente della Camera. Li vuole invitare a farsi “un esame di coscienza”.
E al popolo delle magliette rosse dice: “Siete bravissimi a parlare, ma quanti di voi hanno accolto a casa propria un extracomunitario o un rom? Quanti di voi? Alle vostre chiacchiere non ci crede più nessuno”. Nemmeno gli elettori che, non a caso, hanno sonoramente bastonato i dem nelle urne. Gente come Antonella, sulla cinquantina, che ha “votato centrosinistra per tanti anni” e “creduto in Renzi quando diceva di voler fare il rottamatore”. “Poi sono rimasta delusa – spiega – e oggi, paradossalmente, riconosco le mie idee in Matteo Salvini, il solo a stare dalla parte degli italiani”.
È quasi mezzogiorno quando il gruppo si compatta per la photo opportunity. Facce sorridenti e cartelli ben in vista, alle loro spalle c’è l’inossidabile Alberto da Giussano, il guerriero di Legano che è sopravvissuto alle metamorfosi dell’ex Lega Lombarda. Fabio Vittori, coordinatore del VI municipio di Roma, è diventato leghista quando il partito fondato dal Senatùr già si chiamava Lega Nord. “Sono in camicia verde dal 2014 – racconta – e qui a Roma mettere la bandiera del Carroccio su un banchetto o su un gazebo era davvero un problema”. Oggi però i tempi sono cambiati e anche a Roma, inarrestabile, avanza la rivoluzione delle camice verdi. A spianargli la strada c’è un’amministrazione, quella grillina, che a più di due anni dal suo insediamento ancora brancola nel buio. E allora, molti, guardano la risolutezza di Matteo Salvini con approvazione. “Roma si sta aprendo alla Lega perché questa amministrazione è inerte”, spiega Elisa, “mentre Salvini è l’uomo dei fatti: in 30 giorni quello che in 5 anni il precedente governo non è riuscito a fare”. A lei fa eco Giuditta, mentre parla indica una delle panchine della piazza, è rossa. Ed è stata messa lì in memoria di Pamela Matropietro, la diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata il 30 gennaio scorso. “Roma è diventata invivibile”, attacca, “io ho una figlia di 17 anni e quando esce la sera ho il patema d’animo finché non torna”. Elisa è d’accordo: “In questa città non si riesce più a girare nemmeno di giorno, quindi figuriamoci se non mi piacerebbe un sindaco leghista”. E allora, dice, “mi piacerebbe un sindaco leghista anche per Roma, perché la Lega è molto attenta al tema della sicurezza”. Non è la sola a pensare che la Capitale abbia bisogno di “ordine, rispetto e legalità”. Se Salvini non si perde per strada, dicono, “il Carroccio può prendersi Roma”. Prima di andarsene, è ancora Giuditta a salutare il gruppo con un auspicio: “Mi auguro che tra qualche anno Roma diventi la capitale della Lega”