Rutelli: “La sinistra governi bene sui migranti o perderà tutte le elezioni”
Francesco Rutelli mette in guardia la sinistra per quanto riguarda il tema dell’immigrazione.
Se la questione non verrà trattata in maniera seria, ponderata e decisa “per le forze democratiche nelle elezioni dei prossimi anni non ci sarà partita”. Il riferimento più calzante è quello della Francia, dove è in corso “il dibattito parlamentare sulla nuova legge che stabilisce le quote legali per l’immigrazione”. Piuttosto che gli sbarchi, a suo giudizio il tema fondamentale è “la certezza dei rimpatri”. Per quanto riguarda Matteo Salvini ha detto che “ha azzeccato un filone di grande popolarità”, ma a stretto giro “tutti saranno interpellati sui risultati. La battaglia per l’umanità e la legalità non può ridursi a sbarchi sì o sbarchi no”.
“Visione sbagliata”
Intervistato da Il Messaggero, l’ex leader del centrosinistra ha sottolineato come la questione non venga percepita in maniera del tutto corretta: il 98% associa il problema dell’immigrazione “agli sbarchi”; l’1% lo lega “al traffico di essere umani che alimenta mafie e corruzione internazionale”; il restante 1% si fissa su “come vanno integrati coloro che sono arrivati in Italia”. In realtà, oltre alle cifre di migranti che approdano nel nostro Paese, andrebbero osservati anche altri dati relativi all’intero macrofenomeno: “La sola Nigeria, nel 2050, cioè praticamente domani, si prevede che avrà la stessa popolazione dell’intera Europa. E perché nessuno parla di questa prospettiva dirompente di uno squilibrio demografico, che va a incidere nella vita quotidiana dei nostri quartieri?”.
Secondo Rutelli per garantire un politica efficace su migrazioni e sicurezza bisogna agire su due livelli, ovvero quello europeo e quello nazionale: “Dobbiamo pretendere dall’Europa che contribuisca a governare e a risolvere la sfida dell’immigrazione, sennò ne sarà travolta. Il problema è una mancanza di leadership europea. E visioni nazionali di corto respiro”. Dall’altra parte non bisognerebbe accettare che nel nostro Paese “esista un numero imprecisato di persone che ci vivono senza averne titolo”. Nel mirino sono finiti gli scafisti: “Non possono essere loro a decidere chi deve venire in Italia! Questa è una cosa folle. Chiunque stia nel nostro Paese deve avere un nome e un’identità e deve rispondere alle regole. Altrimenti, non c’è migliore manovalanza per il crimine organizzato”. Infine è stata posta nuovamente l’attenzione sui rimpatri, tirando in ballo soprattutto l’Unione europea: “La Ue tutta insieme deve collegare gli aiuti, anche crescenti, ai Paesi in via di sviluppo con questa ordinaria collaborazione che è l’unico strumento credibile per tagliare le unghie ai trafficanti”.
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