Spagna, per la destra di “Vox” profumo di vittoria. Gli auguri di Meloni e Salvini al leader Abascal
Elezioni anche in Spagna. Il Paese iberico torna a votare domani alle elezioni generali per la quarta volta in quattro anni. I cittadini chiamati al voto sono 37 milioni. Ma non si sa se il voto riuscirà a mettere fine allo stallo politico che blocca il Paese. I sondaggi indicano come prima forza il partito socialista (Psoe) del primo ministro Pedro Sanchez. Il quale però non raggiungerebbe la maggioranza assoluta. Ma intanto la ripresa delle tensioni in Catalogna ha fatto schizzare in alto il gradimento della formazione di destra Vox, che potrebbe diventare terzo partito della Spagna. A Vox giungono gli auguri di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini. “In bocca al lupo ad Abascal e agli amici di Vox per le elezioni di domani. Gli spagnoli sapranno premiare la vostra coerenza e il vostro amore incondizionato per la Spagna”. Lo scrive su twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. E Matteo Salvini twitta: “Alle elezioni spagnole di domenica mi auguro di cuore un grande risultato per l’amico Santiago Abascal e per Vox. Forza! Un abbraccio dall’Italia”.
Il socialista Sanchez in grave difficoltà
Sanchez aveva già vinto le elezioni del 28 aprile, arrivando in testa con 123 seggi, un risultato sotto la soglia di maggioranza di 176 deputati. Dopo che la caduta del suo governo di minoranza aveva portato al voto, il leader socialista non è riuscito a formare un nuovo governo malgrado il successo elettorale. I negoziati con la sinistra radicale del partito anti sistema Podemos di Pablo Iglesias si sono arenati. I liberali di Ciudadanos, ormai spostati a destra, non hanno voluto sostenere l’esecutivo dall’esterno. A metà settembre il re è stato costretto a convocare nuove elezioni. Sanchez ha impostato una campagna tesa a chiedere una maggioranza chiara per portare avanti da solo un governo stabile. Ma non tutto è andato come previsto. La condanna fino a 13 anni di carcere per nove leader indipendentisti catalani ha riacceso la tensione in Catalogna. C’è stata una settimana di violente proteste che hanno sconvolto la regione e devastato Barcellona. La durezza della protesta secessionista ha sconfessato la linea dialogante di Sanchez. Probabilmente a Sanchez ha nuociuto anche la decisione di spostare la salma dell’ex caudillo Francisco Franco.
La Spagna entusiasta per Vox
Intanto la crisi catalana ha favorito Vox, il partito sovranista di Santiago Abascal, entrato per la prima volta in parlamento in aprile. Ora i sondaggi indicano che potrebbe arrivare al 15%, con un balzo di cinque punti, diventando il terzo partito del Paese. In Spagna i sondaggi possono essere pubblicati solo fino ad una settimana prima del voto, ma i dati dei partiti segnalano che la formazione sovranista ha continuato a crescere. “L’ascesa di Vox fa saltare i nervi ai grandi partiti”, titolava El Pais, in una giornata in cui Abascal è riuscito a riunire migliaia di persone a Valencia. Mentre il leader del partito Popolare Pablo Casado ha parlato davanti a soli 1600 sostenitori nella stessa città. Sovranista, anti migranti, euroscettico, Abascal ha fatto una campagna elettorale a colpi di dati statistici contestati dalla sinistra. Come quello che il 70% degli stupri di gruppo in Spagna è opera di stranieri.
I sondaggi danno il Psoe in calo ma al primo posto
La media degli ultimi sondaggi di una settimana fa assegna il 27, 4% dei voti al Psoe con 120-123 seggi, in lieve calo rispetto al 28,7% (123 seggi) di aprile. Il Partito popolare (Pp) arriva secondo con il 21,6% e 92-95 seggi in netta ripresa rispetto ad aprile quando ottenne un misero 16,7% e 66 seggi. Vox appare come il terzo partito con il 14,9% e 49 seggi, 25 deputati più di aprile. Al quarto posto troviamo Podemos con l’11,2% e 28-31 deputati, in netto calo rispetto ai 42 seggi di aprile. Precipitano infine i consensi di Ciudadanos il partito liberale di Albert Rivera, al quinto posto con l’8% e 15 seggi, 42 deputati in meno di aprile. Il nuovo partito di sinistra Mas Pais di Inigo Errejon, uscito da Podemos, viene infine indicato al 2,8% con 3 deputati. Se i sondaggi saranno confermati, Sanchez si troverà in una situazione simile ad aprile. Le tensioni indipendentiste in Catalogna renderanno inoltre difficili accordi con piccole formazioni nazionaliste.
(Foto: Europa Today)