L’Europa che punisce solo gli innocenti
Lui è tornato, la vergogna resta. La vergogna di un’Europa consapevole di non aver la forza politica e giuridica di riprendersi, condannare e imprigionare le bestie dell’Isis uscite dai propri confini.
Il cinismo di un’Europa capace – per la stessa ragione di abbandonare in un crudele limbo migliaia di bimbi innocenti. Bimbi come quello appena tornato in Italia. Bimbi colpevoli soltanto d’esser stati messi al mondo da genitori complici dell’abominio Isis. Il totem della vergogna è quel campo di Al Hol in Siria dove sono detenuti decine di migliaia fra madri, spose e figli dell’Isis fuggiti a febbraio dal villaggio di Baghuz, l’ultima ridotta del Califfato. Qualche migliaio proviene dalla civile Europa. Su di loro i curdi si limitano a vigilare senza garantire, per oggettiva mancanza di risorse, le più elementari condizioni di vita. Dentro le morti per fame e stenti sono quotidiane, si contano a centinaia e colpiscono soprattutto i bambini. Quell’inferno è l’ultima filiera dello Stato Islamico. In quell’universo disperato e precario le pasionarie di Al Baghdadi impongono la propria legge violenta trasmettendola a migliaia di bimbi. Tutto questo con la tacita complicità di Germania, Francia, Inghilterra e Belgio da cui sono partiti migliaia o centinaia di jihadisti con le loro famiglie. L’Italia ha regalato all’Isis poco più di cento militanti, ma è stata uno dei pochi paesi pronta riprendersi qualcuna di quelle belve. E ieri un loro figlio innocente. Ma non stiamo meglio di altri.
Qui da noi, come a Londra, Berlino e Parigi, facciamo i conti con legislazioni, magistrati e tribunali inadeguati a garantire la galera a vita ai responsabili delle stragi messe a segno in Europa e degli orrori seriali consumatisi nel Califfato. In Inghilterra solo uno su dieci fra le centinaia di jihadisti rientrati da Iraq e Siria è stato incriminato. Siamo al paradosso di una democrazia europea incapace di punire chi ha ucciso i propri cittadini, ma pronta ad abbandonare al proprio destino i loro figli innocenti. Le nostre tanto decantate regole di civiltà ci rendono insomma incapaci di far giustizia. Anche perché, volendo provarci, finiremmo solo con il riportare tra noi dei potenziali assassini pronti a far nuovi proseliti nelle galere e a minacciarci una volta fuori. Così i terroristi possono terrorizzarci anche da sconfitti, mentre noi – i presunti vincitori – continuiamo a non sapere come fermarli. Potevamo uscirne con un tribunale e leggi speciali europei capace di garantire una giustizia rapida e proporzionata agli orrori sovranazionali messi a segno dello Stato Islamico. Ma le leggi sovranazionali dell’Unione Europea servono ad imporre il diametro delle vongole non certo a condannare i terroristi e rieducare i loro figli. Anche per questo l’Ue è un morto che cammina. Sopravvissuta al terrorismo rischia di non sopravvivere alla propria ignavia.
il giornale.it