Anche la Guardia Costiera italiana sbugiarda gli “scafisti” di Open Arms: “Non siamo stati coinvolti nei soccorsi”
«La Guardia Costiera italiana non è mai stata coinvolta nel soccorso al gommone, ritrovato successivamente da parte della Ong Open Arms»: i militari della Guardia Costiera italiana smentiscono i bugiardi scafisti di Open Arms.
Anche la Guardia Costiera italianasmentisce Open Arms sulla vicenda del gommone soccorso a 80 miglia dalle coste libiche dall’Ong spagnola e sul quale vi sarebbero state due vittime, un bimbo e una donna, e una immigrata superstite camerunense, Josefa.
«La Guardia Costiera italiana non è mai stata coinvolta nel soccorso al gommone, ritrovato successivamente da parte della Ong Open Arms», precisa la Guardia costiera in merito all’evento riferito da “Open Arms”, che nei giorni scorsi ha recuperato i cadaveri di una donna e di un bambino al largo della Libia e salvato Josefa, la donna di origini camerunensi rimasta per due giorni in mare tra i resti di un gommone.
«Dopo il ritrovamento – precisa la Guardia Costiera italiana smentendo la ricostruzione di Open Arms e del suo fondatore, Oscar Camps – all’Ong “Open Arms” è stata data piena disponibilità a trasferire la donna, ancora in vita, in Italia, per ricevere assistenza di carattere sanitario – aggiunge la Guardia costiera -, nonché è stata data anche la possibilità di raggiungere direttamente il porto di Catania, ove sarebbero state effettuate le operazioni di sbarco in favore di tutti i migranti presenti a bordo».
Una versione che smentisce alla radice la ricostruzione faziosa di Open Arms e dei suoi attivisti ideologizzati che, al loro arrivo al porto spagnolo di Palma, dopo aver rifiutato di sbarcare l’immigrata camerunense al porto di Catania, hanno presentato una denuncia di omissione di soccorso contro la Guardia Costiera italiana, quella libica e quella di Malta.