La “rivolta” dei pensionati contro le mance del governo
Chiamatela pure “rivolta dei pensionati”. Chi percepisce un assegno previdenziale dichiara guerra al governo
La rivalutazione che ha il sapore della mancia per gli assegni fino a 2000 euro lordi non è sta digerita. E così i sindacati che rappresentano il mondo della previdenza hanno chiesto un incontro con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. A quanto pare il vertice non ha avuto effetti concreti. Tra il ministero e i sindacati è muro contro muro. E il motivo è presto detto: il governo ha destinato solo sei milioni di euro (briciole) alla rivalutazione degli assegni. La Catalfo di fatto ha aperto la strada ad un confronto sulle rivalutazioni ma di fatto non ha accennato a ritocchi immediati agli assegni che superino quei tre euro di aumento previsti dalla manovra dell’esecutivo. I sindacati hanno chiesto una rivisitazione completa degli indici di rivalutazione e anche un confronto col ministero per studiare una nuova riforma previdenziale. Ma le aperture del ministro sono state ritenute insufficienti: “Su un eventuale emendamento del governo sulla rivalutazione, il ministro non ha dato disponibilità, si è dichiarata disponibile ad approfondire la questione, ma per noi è poco”, ha affermato il il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, al termine dell’incontro dei sindacati con il ministro del Lavoro. E di fatto, proprio alla luce dell’esito di questo vertice, i sindacati hanno confermato lo sciopero del prossimo 16 novembre.
Uno sciopero questo per far accendere i riflettori sulle condizioni dei pensionati che sempre più vengono utilizzati come “bancomat” di Stato. I ritocchi sulle pensioni in questi anni non sono stati pochi e così col blocco delle rivalutazioni c’è chi ha perso dal 2011 circa 1500 euro l’anno in termini di potere di acquisto per il mancato adeguamento al costo della vita degli assegni. La sensazione è che il “trucchetto” del governo di aumentare di pochi spiccioli gli assegni con la rivalutazione piena per gli importi fino a quattro volte il minimo ha acceso ancora di più lo scontro. Si tratta nei fatti di una vera e propria elemosina da parte dell’esecutivo. I pensionati devono fare i conti con il caro vita quotidianamente avendo un potere di acquisto limitato e azzoppato dalla mancata indicizzazione. Insomma il nodo previdenziale è uno di quelli che il governo dovrà sciogliere. E molto probabilmente, nonostante le promesse dell’esecutivo, nella discussione potrebbe rientrare anche un “ritocco” a Quota 100, una misura fortemente contestata dai renziani.
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