Tito Boeri, presidente INPS, è davvero indipendente?
Il Presidente INPS Tito Boeri si pica di essere un tecnico autonomo e indipendente, battitore libero che non risponde a nessuno.
Ci tiene moltissimo ad evidenziarlo, a metterlo in risalto, ma non mancano dubbi ben motivati.
Non manca chi lo vede preda di incontrollabile ambizione politica ai più alti livelli.
Infatti anche noi ci chiediamo: Tito Boeri è davvero un tecnico autonomo e indipendente che non ha nulla a che fare con la politica o è una immagine di se stesso costruita a tavolino e ben presentata dalla stampa amica?
Vediamo intanto qualche notizia sul suo percorso professionale.
Ci facciamo aiutare da Repubblica, del Gruppo GEDI, ovvero De Benedetti, che ne tracciò un breve profilo nel momento in cui trapelava la notizia della sua nomina a presidente dell’INPS, a fine anno 2014, esattamente nel giorno vigilia di Natale.
Vi chiedo di aver la pazienza di leggerlo per intero, ci mettete 1 minuto.
Due notizie avranno catturato la vostra attenzione provocata dalla postura di questi giorni del Presidente dell’INPS verso il Decreto Dignità.
La prima: dal 2008 è uno degli editorialisti di Repubblica.
La seconda: è stato direttore della Fondazione Rodolfo De Benedetti dal 1998, con la quale ha doverosamente chiuso ogni collaborazione dal 28 febbraio 2015, subito dopo la nomina a Presidente INPS.
In tanti si sono chiesti chi ha proposto e fatto prevalere fra i tanti aspiranti il suo nome alla presidenza dell’INPS.
Il 20 febbraio 2015 Il Consiglio dei Ministri sotto la presidenza di Matteo Renzi, su proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, aveva approvato la nomina di Tito Boeri a Presidente INPS.
Non sembra però che ci sia stato grande feeling con Matteo Renzi, ma neanche con gran parte del Pd, comprese le correnti di sinistra.
In effetti egli rappresentava e rappresenta non tanto un partito ufficiale, ma una forza politico/mediatica quale Espresso/Repubblica.
Non bastano infatti competenze e curriculum per diventare Presidente INPS, ma sostenitori di grande peso.
Di così gran peso, Repubblica/Espresso, che persino Renzi e il PD non devono aver resistito, secondo le fonti solitamente ben informate che ho citato prima, alle pressioni per la nomina di Tito Boeri.
Infatti Boeri, con tale informale ma potente sostegno nel mondo ‘de sinistra’, ha potuto rispondere a muso duro a Renzi e ai sindacati interni all’INPS e ai segretari nazionali, a partire dalla CGIL.
Ora, conoscendo questi importanti dettagli, possiamo davvero credere alla rappresentazione che Boeri fa di se stesso come tecnico politicamente neutro e super partes?
Evidentemente no.
Repubblica/Espresso non fanno nulla per nascondere una guerra all’ultimo sangue contro il M5S.
In ultimo si sono mostrati particolarmente preoccupati perché il Movimento 5 Stelle ha dichiarato che sarà eliminata la pubblicità delle gare di appalto sui giornali, una torta di oltre 40 milioni di euro per i giornali italiani di cui ovviamente una parte rilevante va a finire a Repubblica/Espresso, un vero e proprio aiuto di stato indiretto.
Potete facilmente immaginare il crescere delle ostilità da parte loro contro il Movimento.
Il presidente dell’INPS Boeri lancia il sasso di attacchi ripetuti al M5S prendendo di mira il Decreto Dignità e nasconde la mano, sostenendo che ‘i dati non si fanno intimidire’ .
Benissimo, ma i dati si possono interpretare discrezionalmente, e pure si può far dire ai dati quello che si vuole sotto l’influenza della contingenza politica del momento.
Ma tanta ipocrisia può essere nascosta agli italiani?
Come al solito la convinzione di Boeri, maturata nella scuola mediatica da cui proviene, è che chi controlla i media può persuadere i lettori della sua verità, anche se questa non corrisponde alla realtà delle cose.
Le smentite provenienti dagli italiani negli ultimi anni, in ultimo quella delle elezioni politiche del 4 marzo scorso, circa la loro avvedutezza e intelligenza non hanno scalfito questa loro convinzione.
La vittoria elettorale del 4 marzo del M5S viene da loro considerata un semplice incidente della storia.
Essi stanno conducendo una lotta serrata all’ultimo sangue e senza quartiere contro il Governo Conte e contro le forze politiche che lo sostengono per impedire che venga realizzata qualsiasi riforma prevista nel Contratto di Governo.
Ora hanno nel mirino il Decreto Dignità che da un po’ di speranza ai giovani precari, agli esclusi, agli emarginati, che cerca di iniziare a contenere la tragedia della ludopatia generata dalla miseria.
Immaginatevi cosa succederà quando si tratterà di introdurre nella legislazione italiana il Reddito di Cittadinanza e la Flat Tax per ridurre le tasse a chi sempre le paga, concedere respiro a chi pur dichiarando correttamente il dovuto al fisco non ha i mezzi per adempiere per difficoltà economiche sopraggiunte e soprattutto per punire seriamente e efficacemente chi evade.
Il Presidente dell’INPS Tito Boeri si è arruolato nell’esercito che combatte il Governo Conte e ha voluto dichiararlo pubblicamente.
Si potrebbe dire, senza offesa e solamente in termini politici, che aveva un debito con chi lo ha nominato e lo ha pagato.
Ma Boeri raggiunge così un altro importante obiettivo: si candida con forza a rappresentare come capo indiscusso tutta l’opposizione ‘de sinistra’ al governo Conte, con buona pace di Martina e di tutti i suoi concorrenti.
Si rassegnino: diventeranno semplici comparse! Contro la corazzata Repubblica-Espresso non c’è partita nella sfida dentro il Pd.
Accetterà di essere licenziato (del resto mancano pochi mesi alla scadenza), ma solo se nella forma gli si riconoscerà lo status del Grande Capo.