Elezioni Umbria, elettori in fuga dal M5s non votano a sinistra
I risultati, sotto certi aspetti clamorosi, delle elezioni regionali in Umbria hanno scompaginato la scena politica nazionale, facendo registrare allo stesso tempo un evento storico: la vittoria del centro-destra in una di quelle che erano considerate inespugnabili roccaforti rosse
Cosa sarebbe accaduto se la corsa domenica si fosse votato per le Politiche? La forze governative sarebbero andate incontro alla sconfitta. Questo, almeno, secondo i dati pubblicati da Affaritaliani.it in merito alle stime nazionali elaborate da Roberto Baldassarri, direttore generale di MG Research, che hanno tenuto conto dei risultati del voto umbro.
La Lega si conferma come primo partito italiano con una percentuale compresa tra il 32 e il 34%. Sale Fratelli d’Italia, stimato tra il 7 e il 9% mentre Forza Italia regge collocandosi tra il 5 e il 7%. Gli altri di Centrodestra, invece, sono tra lo 0 e il 2%. Il totale della coalizione di centro-destra (valore centrale) è il 48%.
A sinistra, il Partito Democratico si attesta tra il 22 e il 24%. Italia Viva di Matteo Renzi è tra il 4 e il 6% e Liberi e Uguali tra l’1 e il 3%. Crollo del Movimento 5 Stelle, stimato tra il un 14-16%. Se si considerano tutti questi partiti insieme, il valore dell’attuale maggioranza (valore centrale) è del 45%. Più Europa e Siamo europei di Carlo Calenda sono entrambi tra l’1 e il 3%. Il Partito Comunista di Marco Rizzo tra lo 0 e il 2%. Altri partiti tra l’1 e il 3%.
Come riporta la società di sondaggi Swg, i risultati del voto umbro attestano anche la mobilità dell’elettorato italiano. Alle regionali del 2015, in 89 dei 92 Comuni della Regione, il primo partito era risultato il Pd. Nel voto del 2019 la situazione si è capovolta: la Lega ha trionfato in 86 Comuni.
Il partito guidato da Zingaretti, alle Regionali in Umbria, mantiene una percentuale di consensi superiori al 20%, più che dimezzata rispetto al 49,2% delle Europee del 2014, perdendo il 25% degli elettori rispetto alle politiche del 2018. I voti assoluti passano, così, da 126.856 a 93.296. Altrettanto interessante è il forte calo del M5s. Alle politiche del 2018, i pentastellati avevano raggiunto il 27,5%, con 140.731 voti, diventando il primo partito nella Regione. Lo scorso 27 ottobre, i consensi si sono fermati a 30.953 voti. Un vero tracollo.
Si stima che nel giro di un anno e mezzo, il 75% degli elettori non hanno rinnovato la propria fiducia ai 5Stelle. Il 33% di chi li aveva votati alle europee alle regionali si è astenuto, il 7% ha votato per il partito della Meloni e il 6,6% per la Lega. Un altro 10% è andato al Pd o ad altri partiti del centro-sinistra. I dati pessimi provenienti dalle urne hanno spinto il partito guidato da Luigi Di Maio al quarto posto, superato da Fratelli d’Italia.
“Il voto delle regionali umbre era maturo da tempo – ha sottolineato Enzo Risso, direttore di Swg – Nelle scorse settimane i nostri carotaggi segnalavano che il 69% degli umbri considerava il Pd come un partito trasformatosi in una sorta di casta regionale. Inoltre, il 67% degli elettori considerava i 5Stelle inesperti e demagogici. Anche la Lega segnalava elementi negativi poiché il 41% degli umbri la considera una formazione pericolosa. Ma, come si vede, il dati negativi sul Carroccio sono decisamente meno alti”.
Secondo gli stessi analisti Swg, la Lega rispetto alle europee ha mantenuto il 70,8% dei consensi, cedendo il 7% agli alleati di Fratelli d’Italia. Ciò spiega, anche se in parte, l’ottimo risultato conseguito dal partito di Giorgia Meloni che è passato dal 6,6% delle europee ad oltre il 10%. Anche la Lega, però, ha perso il 12% di elettori che sono passati all’astensione. In termini assoluti il partito di Matteo Salvini ha perso 17.000 voti rispetto alle europee ma ne ha guadagnato 51.000 rispetto alle politiche del 2018.
Il Pd, invece, ha perso il 19% dei voti confluiti verso l’area dell’astensione. “Il partito di Zingaretti ha mantenuto in Umbria il suo zoccolo duro – ha dichiarato ancora Risso – La percentuale del 22,3% non è lontana da quelle delle europee e delle politiche anche se i voti assoluti sono inferiori anche a causa del minor afflusso di votanti. Il Pd resta forte soprattutto fra l’elettorato più anziano”. Dai dati dell’Umbria emerge che il 38% degli elettori dem della Regione e il 54% di quelli pentastellati non approvano l’accordo nazionale fra i due partiti.
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