Renzi: “Sconfitta in Umbria figlia dell’accordo con i 5 Stelle”
“Una sconfitta scritta figlia di un accordo sbagliato nei tempi e nei modi”. Ancora una volta, Matteo Renzi si smarca dal Pd.
Lo fa nelle ore successive alla netta sconfitta del centrosinistra in Umbria dove la candidata del centrodestra Donatella Tesei, appoggiata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ha staccato il candidato progressista Giovanni Bianconi di oltre 20 punti. Una batosta che secondo Renzi è dovuta a “un errore” del segretario dem Nicola Zingaretti.
“Lo avevo detto, anche privatamente, a tutti i protagonisti. E non a caso Italia Viva è stata fuori dalla partita. In Umbria è stato un errore allearsi in fretta e furia, senza un’idea condivisa, tra 5 stelle e Pd”, le parole di Renzi a Bruno Vespa riportate nell’anticipazione del suo libro “Perchè l’Italia diventò fascista (e perchè il fascismo non può tornare)”. E non finisce qui. Perché il senatore di Rignano dice di non avere “capito la ‘genialata’ di fare una foto di gruppo all’ultimo minuto portando il Premier in campagna elettorale per le Regionali”. L’ormai celebre scatto di Narni, quello che ha immortalato i principali leader giallorossi 48 ore prima della disfatta umbra. Compreso Giuseppe Conte che per qualcuno, spiega ironico Renzi, “può fare i miracoli intervenendo in campagna elettorale e cambiando i risultati”.
Poi un’altra stoccata a Zingaretti e Luigi Di Maio, i “signori che ignorano che i sondaggi sulla fiducia nei leader non si traducono mai in voti”. Renzi rivendica la bontà della sua decisione di sottrarsi alla foto di Narni, attaccando inoltre i leader del Pd che, dopo la caduta del Conte I, volevano andare al voto per sfidare Salvini, Meloni e Berlusconi. “Se avessi dato ascolto a Zingaretti e Gentiloni, il risultato delle politiche sarebbe stato lo stesso che in Umbria: un trionfo dei sovranisti di destra”, scandisce con orgoglio il leader di Italia Viva, aggiungendo che “L’Italia sarebbe stata un’Umbria più grande, e per cinque anni Salvini avrebbe dominato ovunque. Anzichè attaccarmi, mi dovrebbero ringraziare”, conclude Renzi, parte anche lui della resa dei conti scatenatasi nel centrosinistra dopo la catastrofe umbra.
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