Il caffè è “salvo”: si possono bere fino a cinque tazzine al giorno
Il caffè non è un nemico come sembra, anzi può aiutare ad affrontare meglio la giornata e ha effetti positivi su corpo e psiche.
Ovviamente senza esagerare, si possono bere fino a cinque tazzine al giorno. È quanto emerge da un studio condotto da Sebastiano Marra, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’ospedale Maria Pia Hospital di Torino e co-presidente delle Giornate Cardiologiche, che si sono concluse ieri nel capoluogo piemontese.
Come racconta Repubblica, l’indagine è andata avanti per 8 anni coinvolgendo 13 mila pazienti in varie città, sia uomini sia donne di tutte le età. I numeri dicono che l’80-85% della popolazione consuma caffè e la quantità media è di due tazze al giorno. In certi casi si arriva a 5 tazzine giornaliere. Gran parte degli intervistati aggiunge lo zucchero. Il 35-40% degli intervistati lo prepara con la moka, mentre il 25% usa le cialde. Marra ha poi chiesto a chi beve caffè se abbia valori alti di colesterolo, glicemia e pressione e se sia più ansioso, sedentario e se dorma male. Dalle risposte è venuto fuori un quadro sorprendente perché emerge che il consumatore di questa bevanda è meno ansioso di chi non ne beve e non ha disturbi legati al sonno. Inoltre, i fruitori del caffè lamentano meno sintomi come affanno, batticuore, dispnea, dolori toracici, mancanza di fiato e stanchezza.
Marra ha spiegato che l’effetto benefico della bevanda non è legato alla caffeina perché “il segreto dei suoi poteri è racchiuso nel chicco, che è il prodotto in natura con il maggior contenuto di sostanze antiossidanti”. Il cardiologo ha avuto l’idea di realizzare questa indagine dopo l’uscita di due studi, uno americano e uno europeo. In queste ricerche, come sottolineato da Marra, “si dice che chi beve caffè presenta un 10 per cento in meno di rischio di morte, sia causato da neoplasie o da patologie cardiovascolari. Una conseguenza legata all’effetto antinfiammatorio e delle sostanze antiossidanti contenute nel chicco del caffè”.
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